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La risposta a Bruxelles

Nel documento finale la conferma dell'introduzione della flat tax non in deficit e le misure alternative all'aumento dell'Iva (IL TESTO DELLA LETTERA INVIATA)

Immagine di repertorio (Fotogramma) - FOTOGRAMMA
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31 maggio 2019 | 22.47
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Nella lettera del ministro dell'Economia, Giovanni Tria, all'Ue non ci sono riferimenti ai tagli al Welfare, ai risparmi derivanti dall'utilizzo inferiore, rispetto alle stime, del reddito di cittadinanza e di quota 100. La missiva che parte da via XX settembre, e indirizzata a Bruxelles, è accompagnata da un documento di 50 pagine, che illustra i fattori che hanno inciso sul debito. Rispetto alla bozza circolata nel pomeriggio, smentita dal Mef (GUARDA), non sono presenti alcuni passaggi, che avevano suscitato polemiche. ''Il governo sta elaborando un programma complessivo di revisione della spesa corrente comprimibile e delle entrate, anche non tributarie'' scrive il ministro dell'Economia, Giovanni Tria, nella lettera inviata all'Unione Europea. ''L'utilizzo delle nuove politiche di Welfare è, finora, inferiore alle stime sottostanti la legge di Bilancio 2019''.

IL TESTO DELLA LETTERA INVIATA

"Il Parlamento ha invitato il governo a riformare l'imposta sul reddito delle persone fisiche nel rispetto degli obiettivi di riduzione del disavanzo nel periodo 2020-2022, definiti nel programma di stabilità'' scrive il ministro Tria, confermando l'introduzione della flat tax. "Sebbene le condizioni economiche nel 2018 non abbiano consentito all'Italia di soddisfare gli sfidanti requisiti della regola di riduzione del debito", fa notare, "ritengo che il governo abbia seguito un approccio prudente e responsabile''.

''Concordiamo circa la necessità di conseguire un avanzo primario di bilancio più elevato, per riportare il rapporto debito Pil su un percorso chiaramente discendente''. ''I dati in nostro possesso indicano che il disavanzo per l'anno in corso sarà minore di quanto prospettato nelle ultime previsioni'' conclude.

La lettera, inviata dal ministro dell'Economia Giovanni Tria, è stata ricevuta poco fa dagli uffici della Dg Ecfin, a Bruxelles. Ora la risposta verrà esaminata e servirà alla redazione del rapporto ex articolo 126.3 sul debito pubblico italiano, salito nel 2018 al 132,2% del Pil. Mercoledì prossimo il collegio dei commissari approverà le raccomandazioni specifiche per Paese e dovrebbe pubblicare anche il rapporto ex articolo 126.3, primo stadio della procedura per debito.

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