"Se l'Italia vuole un trattamento particolare supplementare, questo vorrebbe dire la fine dell'euro. Bisogna essere molto rigidi". A scandirlo è stato il presidente della Commissione Ue, Jean-Claud Juncker. Nel corso di un intervento in Germania, riferito da alcuni media internazionali come Le Figaro e il New York Times, Juncker ha aggiunto che "l'Italia si allontana dagli obiettivi di bilancio che abbiamo approvato insieme a livello europeo". "Non vorrei che dopo aver superato la crisi greca ricadessimo nella stessa crisi con l'Italia", ha detto ancora il presidente della Commissione Ue.
Parole che hanno suscitato la dura replica del ministro dell'Interno Matteo Salvini riaccendendo lo scontro tra i due. "In Italia - sottolinea il vicepremier - nessuno si beve le minacce di Juncker, che ora associa il nostro Paese alla Grecia. Vogliamo lavorare per rispondere ai bisogni dei nostri cittadini. I diritti al lavoro, alla sicurezza e alla salute - continua - sono priorità del governo e andremo fino in fondo. Alla faccia di chi rimpiange l'Italia impaurita, quella con le aziende e il futuro in svendita". E conclude: "Non ci fermeranno".
Il ministro dell'Economia Giovanni Tria, oggi a Lussemburgo per l'Eurogruppo, ha anticipato il rientro a Roma e non parteciperà all'Ecofin di domani proprio per potersi dedicare al completamento della Nota di aggiornamento al Def. Tria ha provato oggi a rassicurare l'Ue dichiarando che nel 2019 il rapporto tra debito pubblico e Pil scenderà. Il commissario europeo agli Affari economici e finanziari Pierre Moscovici ha però chiarito che la posizione della Commissione europea è quella di tentare di convincere le autorità italiane a tornare indietro. Mentre il vicepresidente della Commissione Europea Valdis Dombrovskis ha sottolineato come il bilancio 2019 dell'Italia non sia "compatibile con il patto di stabilità".