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Inflazione rallenta ad aprile, Istat rivede al ribasso la stima allo 0,8%

L'indice allo stesso livello di gennaio e febbraio. Rallenta anche il carrello della spesa

Carrello della spesa - (Fotogramma)
Carrello della spesa - (Fotogramma)
16 maggio 2024 | 11.19
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Ad aprile l’inflazione torna a scendere, riportandosi allo stesso livello di gennaio e febbraio (+0,8%). Rallenta anche il carrello della spesa, con i prezzi dei Beni alimentari, per la cura della casa e della persona che su base tendenziale scendono da +2,6% a +2,3%, mentre quelli dei prodotti ad alta frequenza d’acquisto accelerano da +2,5% di marzo a +2,6%.

Secondo la stima dell'Istat, l'’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività (Nic), al lordo dei tabacchi, è salito dello 0,1% su base mensile e dello 0,8% su base annua (da +1,2% del mese precedente): il dato è inferiore alla stima preliminare di +0,9%. L’inflazione acquisita per il 2024 è pari a +0,6% per l’indice generale e a +1,6% per la componente di fondo.

Il lieve rallentamento del tasso d’inflazione, spiega l'istituto di statistica, si deve all’ampliarsi su base tendenziale della flessione dei prezzi dei Beni energetici non regolamentati (da -10,3% a -13,9%) e alla decelerazione dei prezzi dei Servizi relativi ai trasporti (da +4,5% a +2,7%), dei Servizi vari (da +2,3% a +1,8%), dei Beni non durevoli (da +2,0% a +1,5%) e dei Beni alimentari non lavorati (da +2,6% a +2,2%) e lavorati (da +2,8% a +2,5%); per contro, si registra un’accelerazione dei prezzi dei Tabacchi (da +1,9% a +3,3%), dei Servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona (da +3,2% a +3,8%) e dei Beni energetici regolamentati (da -13,8% a -1,3%). Nel mese di aprile l'inflazione di fondo, al netto degli energetici e degli alimentari freschi, decelera da +2,3% a +2,1% e quella al netto dei soli beni energetici da +2,4% a +2,1%.

La dinamica tendenziale dei prezzi dei beni registra una flessione leggermente più ampia (da -0,2% a -0,6%) e quella dei servizi è in lieve decelerazione (da +3,0% a +2,9%), determinando un aumento del differenziale inflazionistico tra il comparto dei servizi e quello dei beni (+3,5 punti percentuali, dai +3,2 di marzo). L’aumento congiunturale dell’indice generale riflette, per lo più, la crescita dei prezzi dei Servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona (+1,6%), dei Tabacchi (+1,3%) e dei Servizi relativi ai trasporti (+0,7%). Gli effetti di questi aumenti sono stati solo in parte compensati dalla diminuzione dei prezzi dei Beni energetici regolamentati (-10,1%) e non regolamentati (-1,8%). L’indice armonizzato dei prezzi al consumo (Ipca) aumenta di 0,5% su base mensile, per la fine dei saldi stagionali di cui il Nic non tiene conto, e dello 0,9 su base annua (da +1,2% di marzo); la stima preliminare era pari a +1,0%. L’indice nazionale dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati (Foi), al netto dei tabacchi, registra una diminuzione dello 0,1% su base mensile e un aumento di 0,8 su base annua.

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