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Il G7 lavora a svolta contro la Russia, "asset e banche amiche nel mirino"

Il pressing americano negli intensi contatti che stanno preparando il vertice avrebbe trovato consenso importante anche in Europa

Mosca
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11 giugno 2024 | 20.10
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Il G7 in Italia deve rappresentare "un momento di svolta" contro la Russia. Con la guerra in Ucraina che continua a vedere Mosca prevalere su Kiev sul piano militare, l'appuntamento che si apre il 13 giugno in Puglia "è l'occasione giusta per stringere ancora la morsa economica, intervenendo sugli asset finora congelati, per usarli a sostegno di Zelensky, e con una censura esplicita, e più efficace, delle collusioni che continuano a sostenere l'economomia russa, partendo dalle banche amiche che non sono solo quelle cinesi", racconta all'Adnkronos una fonte autorevole.

E' una conferma delle indiscrezioni finora emerse dagli Stati Uniti, che aggiungono però un elemento che può rivelarsi decisivo. Il pressing americano negli intensi contatti che stanno preparando il vertice avrebbe trovato consenso anche in Europa, dopo l'esito delle elezioni appena archiviate. "Le posizioni di Francia e Germania sembrano avvicinarsi, con Macron e Scholz in difficoltà sul piano interno che potrebbero ritrovare sintonia nella strategia internazionale. E l'Italia ha tutto l'interesse a ospitare un G7 che possa essere ricordato per una presa di posizione senza precedenti", ragiona la stessa fonte.

Due le ipotesi più concrete di intervento. Come anticipato dalla Casa Bianca, sul tavolo ci sono i proventi che derivano dagli asset congelati alla Russia, che possono essere usati a garanzia di un maxi prestito per sostenere Kiev. Il problema è però capire come rendere effettiva in tempi ragionevoli un'opzione che dovrebbe prevedere il coinvolgimento diretto di Bruxelles, in una fase di transizione per Istituzioni europee.

L'altro piano è quello che riguarda un intervento deciso per arginare il sostegno che arriva a Mosca dagli istituti di credito. Sono nel mirino soprattutto le banche cinesi ma ci sarebbero sotto osservazione anche operazioni considerate come minimo non trasparenti di alcune banche europee e americane con controparti russe. (Di Fabio Insenga)

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