Per eliminare la fame a livello mondiale entro il 2030 sono necessari 267 miliardi di dollari l'anno per investimenti nelle aree rurali e urbani e per misure di protezione sociale in modo che i poveri possano avere accesso al cibo e migliorare le proprie condizioni di vita. Si tratta, in media, di 160 dollari l'anno per ogni persona che vive in povertà estrema per i prossimi 15 anni. E' quanto emerge dal rapporto preparato dalla Fao, dal Fondo Internazionale per lo Sviluppo Agricolo (Ifad) e dal Programma Alimentare Mondiale (Pam).
Il rapporto rileva che, nonostante i progressi compiuti negli ultimi decenni, oggi sono ancora circa 800 milioni le persone , la maggior parte in zone rurali, che ancora non hanno abbastanza cibo da mangiare.
"Il messaggio del rapporto è chiaro: se continuiamo ad andare avanti come se nulla fosse, con la logica del 'business as usual' entro il 2030, avremmo ancora più di 650 milioni di persone che soffriranno la fame", commenta il direttore generale della Fao, José Graziano da Silva. "Questo è il motivo per cui sosteniamo un approccio che metta insieme protezione sociale con mirati investimenti aggiuntivi nello sviluppo rurale, in agricoltura e nelle aree urbane, che vadano a vantaggio dei poveri".
Il rapporto, sottolinea ancora da Silva, "stima che ciò richiederà un investimento totale di circa 267 miliardi di dollari l'anno per i prossimi 15 anni. E in considerazione del fatto che questo è più o meno equivalente allo 0,3% del pil mondiale, ritengo personalmente che sia un prezzo relativamente piccolo da pagare per porre fine alla fame cronica".
Questo rapporto, sottolinea il presidente dell'Ifad, Kanayo F. Nwanzeci, "aiuta a vedere la portata della sfida che abbiamo davanti, ma crediamo che non vedremo passi avanti nella riduzione della povertà e della fame se non investiamo seriamente nelle popolazioni rurali. Con strumenti e risorse adeguati, i piccoli produttori agricoli e imprenditori rurali possono trasformare le comunità in difficoltà in luoghi prosperi".
Per il direttore esecutivo del Wfp, Ertharin Cousin, "abbiamo bisogno di un radicale cambiamento nel modo di pensare per aiutare i più poveri al mondo a rompere il ciclo di fame e povertà entro il 2030. Non possiamo permettere di lasciarli indietro. Dobbiamo investire nei più vulnerabili e garantire che essi abbiano gli strumenti di cui hanno bisogno non solo per superare la fame, ma per migliorare le loro risorse e capacità".
Per contrastare la fame nel mondo, sostiene il rapporto, servono misure di protezione sociale insieme ad uno scenario d'investimenti in cui fondi pubblici vengano utilizzati per far uscire le persone dalla fame cronica, garantendo che raggiungano un reddito giornaliero di 1,25 dollari, che corrisponde al livello di soglia di povertà determinato dalla Banca Mondiale.
Questa misura di protezione sociale avrebbe un costo aggiuntivo di 116 mld di dollari l'anno: 75 mld di dollari per le aree rurali e 41 mld di dollari per le aree urbane. Sarebbero inoltre necessari circa 151 mld dollari in investimenti addizionali a favore dei poveri, 105 mld di dollari per lo sviluppo rurale e l'agricoltura e 46 mld di dollari per le aree urbane, per stimolare la produzione di reddito a vantaggio di coloro che vivono in condizioni di povertà. La combinazione di protezione sociale e investimenti porta a un totale di 267 mld di dollari.
La maggior parte degli investimenti, rileva il rapporto, "dovrebbe per lo più provenire dal settore privato, in particolare dagli agricoltori. Tuttavia, gli investimenti privati hanno bisogno di essere integrati da investimenti pubblici nelle infrastrutture rurali, nei trasporti, nella sanità e nell'istruzione". Nelle zone rurali, gli investimenti pubblici a favore dei poveri "potrebbero indirizzarsi verso impianti d'irrigazione su piccola scala e altre infrastrutture che possano beneficiare i piccoli proprietari".