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Istat: disoccupazione in calo all'11,3% a novembre

(foto Xinhua)
(foto Xinhua)
07 gennaio 2016 | 11.13
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Buone notizie sul fronte lavoro. Infatti, come ha comunicato l'Istat, a novembre 2015 gli occupati sono tornati a crescere dopo il calo di settembre (-0,2%) e ottobre (-0,2%): l'aumento è stato dello 0,2% su ottobre (pari a un aumento di 36 mila unità) ma dello 0,9% (206 mila unità) sullo stesso mese del 2014 portando in totale i lavoratori a quota 22.480.000. La crescita dell'occupazione, spiega l'Istat, è determinata dalla componente femminile e dall’aumento dei dipendenti permanenti e degli indipendenti mentre calano i dipendenti a termine. Il tasso di occupazione aumenta di 0,1 punti percentuali, arrivando al 56,4%.

Allo stesso tempo il numero di disoccupati è diminuito dell’1,6% a 2.871.000 unità. Si tratta di un calo di 48 mila unità rispetto al mese precedente ma di ben 479 mila unità sul novembre 2014: il risultato è un tasso di persone senza lavoro all'11,3%, in calo di 0,2 punti.

Ovviamente il dato è stato accolto con soddisfazione dal governo: "La disoccupazione che continua a scendere (oggi 11,3%) è dimostrazione che ‪#‎jobsact‬ funziona. L'Italia che riparte, riparte dal lavoro ‪#‎lavoltabuona" ha scritto su Twitter il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, mentre il ministro del Lavoro Giuliano Poletti ha evidenziato come "i dati ufficiali dell’Istat ci dicono che la disoccupazione è all’11,3%, ai minimi da tre anni".

''Nonostante un quadro internazionale difficile, questi numeri rappresentano segnali di speranza e di fiducia per il 2016 -continua Poletti-. Confermano che le riforme intraprese danno buoni frutti: la fiducia di cittadini ed imprese inizia a trasformarsi in risultati concreti".

Più cautela, invece, sul fronte sindacale: dai dati Istat - ha spiegato il segretario confederale Cisl, Gigi Petteni - "si può leggere l’ennesimo segnale di ripresa del lavoro in Italia, che non può tuttavia cancellare il fatto che il tasso di disoccupazione è ancora troppo elevato, soprattutto tra i giovani, le donne e nelle regioni del Mezzogiorno".

E dalla Uil, il segretario confederale Guglielmo Loy, osserva che queste cifre "confermano la marcia da tartaruga del nostro mercato del lavoro: la piccola crescita a novembre non inverte una rotta che, ad ora, non sta portando ai risultati sperati".

"La Uil - spiega Loy - ha elaborato i dati su base annua (media degli 11 mesi del 2015) ed il risultato, rispetto allo stesso periodo del 2014, è un aumento di circa 185.000 occupati dipendenti, in gran parte lavoratori a termine (115.000) e solo 70.000 posti fissi. Se si tiene conto che il governo ha destinato circa 2 miliardi nel 2015 ed oltre 3 nei prossimi anni per 'incentivare' il lavoro stabile, se ne deduce che ogni posto fisso in più è costato ai cittadini oltre 25.000 euro".

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