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Arcelor Mittal, 4700 esuberi nel 2023

Secondo il nuovo piano industriale 2020-2024 si passerebbe da 10.789 a 6.098 occupati. Bocciatura dei sindacati: "Si deve ripartire dall’accordo di un anno fa". Proclamato uno sciopero di 24 ore per il 10 dicembre. Il ministro Patuanelli: "Entro lunedì piano del governo per impianto ecosostenibile"

(Fotogramma)
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04 dicembre 2019 | 17.41
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Sarebbero 4700 gli esuberi denunciati da ArcelorMittal nel nuovo piano industriale 2020-2024 presentato al Mise. E' quanto avrebbe detto l’ad Lucia Morselli nel corso della trattativa al ministero dello Sviluppo, secondo fonti sindacali. Si passerebbe infatti dai 10.789 occupati nel 2019 ai 6.098 del 2023. L’occupazione nel particolare scenderebbe di 2.900 unità subito nel 2020 per poi aumentare ulteriormente nel 2023 fino a 4.900 lavoratori.

Nel 2022, infatti, ArcelorMittal stima di spegnere l’afo2 facendo entrare in funzione un forno elettrico che assorbirebbe meno mano d’opera. L a produzione degli impianti dell’Ex Ilva, si apprende, sarà di 6 milioni di tonnellate a partire dal 2021. Nel 2020 la produzione sarà pari a 4,5 Mt.

"L’azienda ha avuto quest’anno uscite di cassa di un miliardo di euro"
avrebbe detto l’ad Morselli al tavolo al Mise, a quanto si apprende da fonti sindacali.

Sono "irricevibili" gli esuberi stimati da ArcelorMittal: tra esuberi, mancati rientri al lavoro e lavoratori in amministrazione straordinaria la quota infatti arriverebbe a 6.400: i sindacati bocciano l’aggiornamento del piano industriale per bocca del leader Cisl Annamaria Furlan. "Non ci sono le condizioni per aprire confronto per un accordo. Si deve ripartire dall’accordo di un anno fa, con i livelli occupazionali e investimenti indicati dal piano del 2018" ha detto Furlan.

Anche secondo il leader Cgil, Maurizio Landini, si tratta di "un piano irricevibile perché non è un piano industriale ma solo un progetto di chiusura nel tempo di Taranto e dell’Ilva". "Noi abbiamo un accordo firmato nel 2018 che prevede investimenti e una produzione di 8 milioni di tonnellate. E quella è la base da cui partire. Per noi la discussione è possibile solo se si parte dalla base che abbiamo firmato", ribadisce.

Uno sciopero di 24 ore per tutti i lavoratori dell’ex gruppo Ilva e dell’indotto è stato annunciato per il 10 dicembre prossimo. A proclamarlo stasera Fim Fiom Uilm che hanno giudicato l'aggiornamento del piano industriale presentato da ArcelorMittal "irricevibile". “I 6300 esuberi ipotizzati da ArcelorMittal non possono neanche essere presi in considerazione. Per Fim Fiom Uilm l’accordo del 6 settembre 2018 è ancora valido e vincolante", dicono unitariamente al termine del confronto al Mise. Oltre allo sciopero ci sarà anche una manifestazione a Roma che confluirà nell’iniziativa di Cgil, Cisl e Uil già programmata a piazza Santi Apostoli.

Per il ministro dello Sviluppo Stefano Patuanelli, a quanto riferiscono fonti sindacali, "tra venerdì e lunedì governo presenterà un suo piano industriale che farà diventare Ilva un esempio di impianto industriale siderurgico, con uso di tecnologie sostenibili, con forni elettrici e altri impianti ecosostenibili per arrivare a una produzione di 8 milioni per tutelare livelli occupazionali".

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