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Scuola: Anief, nuova fumata nera all'Aran per accordo su rappresentatività

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21 giugno 2019 | 11.53
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"A un anno di distanza, nuova fumata nera in Aran sull'accordo per il rinnovo della rappresentatività". Così una nota dell'Anief, firmata dal presidente, Marcello Pacifico, che è anche segretario organizzativo della Confedir e segretario confederale della Cisal, e che "chiede un voto sull'ipotesi di accordo sostenuta dal governo prima del 30 giugno per non violare il voto e il risultato delle ultime elezioni Rsu". Il presidente Marcello Pacifico si dice pronto "a portare la questione in tribunale, perché dopo 12 mesi non è possibile ignorare la legge e le regole condivise per l'interesse di qualcuno che ha perso una parte del consenso dei lavoratori".

Anief ricorda che "per i comparti del pubblico impiego la rappresentatività si misura con il 5% del dato associativo ed elettorale preso durante le ultime elezioni Rsu". "Il dato delle deleghe è del dicembre 2017, quello dei voti dell'aprile 2018. A gennaio 2019, l'Aran delibera l'accertamento provvisorio dei nuovi sindacati, tra cui risulta Anief come new entry nella scuola dopo un trentennio di monopolio sindacale. Nell'aprile 2019, l'Atto di indirizzo del ministro Bongiorno è emanato per firmare i ccnq per la definizione delle nuove aree e comparti e per l'attribuzione di permessi e distacchi per il triennio 2019/2021", precisa.

A giugno, l'Aran convoca per tre volte le confederazioni rappresentative per la firma degli accordi quadro e presenta una bozza che "ancora al terzo incontro non viene messa ai voti nonostante più della metà delle organizzazioni sindacali presenti sembra orientata al voto favorevole", spiega Anief.

"Intanto, entro il 30 giugno i sindacati rappresentativi sono obbligati a chiedere al Miur i docenti che saranno collocati in aspettativa per il prossimo anno scolastico. E fra un anno e mezzo riparte il nuovo conteggio delle deleghe prima del nuovo voto elettorale", ricorda Pacifico che punta il dito contro "l'opposizione di Cisl e Cgil all'approvazione del testo" che sta "rallentando e dilatando nel tempo, dopo ogni ritardo consentito, l'attribuzione delle prerogative sindacali".

“Abbiamo deciso di denunciare alla stampa nazionale la violazione sistematica delle regole democratiche della rappresentanza sindacale nel pubblico impiego - spiega Pacifico - perché chi nella scuola ha visto perdere consensi non può opporsi alla firma di un accordo che gli riduce il peso e deve prendere atto della scelta dei lavoratori. L'accordo si deve siglare per attribuire le nuove prerogative sindacali, perché il tavolo è stato convocato per firmare un nuovo accordo e non annullare la volontà dei lavoratori”.

“Siamo pronti - conclude il leader del sindacato autonomo - a portare tutti in tribunale per rispettare la nostra Costituzione, se ancora una volta la settimana prossima non si voterà il ccnq. Abbiamo messo a conoscenza di quanto sta avvenendo anche la Presidenza del Consiglio, della Repubblica, il ministro della Funzione Pubblica e del Lavoro. Speriamo che il buon senso prevalga sugli interessi di parte, nel rispetto delle regole democratiche e dei diritti dei lavoratori”.

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