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'Tra Russia e Ucraina', libro-diario di Alessandro Cassieri sul conflitto dalle origini ad oggi

 - (Afp)
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12 aprile 2024 | 15.35
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Ventiquattro febbraio 2022: l’invasione russa dell’Ucraina è un evento drammatico che entra improvvisamente nella vita quotidiana di ognuno. Un conflitto che ha radici profonde. Una vicenda raccontata dal giornalista Alessandro Cassieri nel libro 'Tra Russia e Ucraina – Diario del conflitto dalle origini a oggi' per Rai Libri. Cassieri, giornalista di lungo corso, come corrispondente Rai è stato testimone di eventi cruciali, crisi e guerre in oltre ottanta Paesi, compresa l’Ucraina. "Vai tu a Kiev per il referendum sull’indipendenza?": correva l’anno 1991 quando Cassieri viene raggiunto da una telefonata mentre si trovava in Libia in attesa di un'intervista in esclusiva a Gheddafi. Inizia così il racconto di Cassieri, che si intreccia con tanti personaggi ed eventi vissuti, come giornalista, in prima persona dall’autore.

Il libro è un intenso racconto in prima persona, avventuroso e a tratti rocambolesco. Cassieri si muove lungo l’asse Mosca-Kiev, attraversando decine di volte un confine sempre più armato. Ma gli indizi di nuove contrapposizioni lo spingono anche in Ossezia e Georgia, Crimea e Donbass, Kirghizistan e Afghanistan, America e Cina, per poi tornare nel focolaio ucraino. Durante gli spostamenti in quei vasti territori incontra capi di Stato, spie, militari e leader politici che decideranno le sorti della Regione. Da Gorbaciov a Putin, da William Colby a Shevardnadze, da Vernon Walters a Saakashvili, da Medvedev a Yulia Tymoshenko, da Poroshenko a Yanukovich, a Pushilin, a Massoud, con il contorno di oligarchi e ballerine, campioni di scacchi e pugili, scrittori, biscazzieri e gente comune, le cui vite sono travolte dalle conseguenze di una geopolitica mai così invadente in Europa dalla fine della Seconda guerra mondiale.

Di tutti loro Cassieri raccoglie testimonianze, invettive, paure, minacce, che vanno a comporre il quadro storico e sociale di un mondo in cui si gioca la partita epocale tra grandi potenze. Una sfida che ha riportato nel cuore dell’Europa il clima della Guerra Fredda.

Cassieri, nominato inviato speciale nel 1991 per i suoi servizi sul crollo dell’Urss, corrispondente da Bruxelles, da Mosca e poi inviato speciale del Tg1 fino al 2016, quando diventa capo della sede Rai di Parigi, rientrato al Tg1, è tornato a fare l’inviato, la forma di giornalismo, quella ‘sul campo’, che ha sempre preferito. Diversi i viaggi come inviato nel Donbass, la regione orientale dell’Ucraina in guerra dal 2014 e prima linea del fuoco in questa fase del conflitto.

“Col binocolo è possibile individuare, nella pianura che domina il paesaggio, le zone dove sono acquartierati i soldati ucraini. Si spia l'orizzonte da feritoie scavate sotto il ghiaccio. I camminamenti interrati si sviluppano per un centinaio di metri. Ogni tanto un cartello che dice ‘attenzione ai cecchini’. Ci sono anche un paio di buchi più profondi. ‘Questi li chiamiamo tana della volpe, ci rifugiamo qui sotto durante i bombardamenti’ spiega un soldato. È giovane, come molto giovani sono i suoi commilitoni. Ma incontrerò anche ufficiali anziani, che governano queste truppe locali dall'inizio, dal 2014. Nel minuscolo locale sotterraneo, contiguo alla camerata con una decina di brande, c'è appeso un vecchio quadro, ormai sbiadito, dedicato alla battaglia di Stalingrado”.

Una guerra, quella in Ucraina, che non può essere derubricata a conflitto regionalistico, come scrive Cassieri: “Saltati i vecchi tabù della Guerra Fredda, e al cospetto di nuove e temibili alleanze, l’Europa rischia di diventare il campo di battaglia in cui si decideranno gli equilibri di potere del XXI Secolo”.

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