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Per Pompei "c'è molto da fare. E' stato fatto molto negli anni scorsi e adesso bisogna continuare questo percorso virtuoso". Così il neo direttore del Parco Archeologico di Pompei, Gabriel Zuchtriegel, si dice pronto a "raccogliere la sfida" rappresentata dalla guida di un luogo come Pompei, al centro dell'attenzione mondiale. Per farlo, dice, bisogna affrontare alcuni "temi centrali come il lavoro con il territorio, con i siti minori, con la 'buffer zone' progettata nel Grande Progetto Pompei ma della quale è appena iniziato il lavoro. Poi naturalmente la tutela sempre più preventiva usando nuove tecnologie, come quelle che abbiamo sperimentato anche a Paestum. C'è già una base - sottolinea Zuchtriegel - adesso vorrei cercare di usare tecnologie innovative come il satellite, i droni, i sensori, per aumentare anche il livello di tutela preventiva". (VIDEO)
Altro tema importante su cui il nuovo direttore si concentrerà è quello dell'"archeologia pubblica, quindi condividere le ricerche anche con il digitale. A Paestum recentemente abbiamo lanciato il sistema Hera con un catalogo online cui si può accedere anche da fuori. L'idea quindi che l'archeologia non sia semplicemente il vaso o il monumento da visitare ma un processo che possiamo condividere con le persone raccontando ricerche, analisi e laboratori. Io ho sempre detto - ricorda Zuchtriegel - che lo scavo, l'indagine archeologica, è la migliore mostra che ci possa essere".
E a proposito di nuovi scavi nel sito, Zuchtriegel è netto: "I nuovi scavi non saranno una priorità. A Pompei si deve valorizzare e conservare scientificamente quello che è stato già scavato. E' un patrimonio immenso e c'è ancora tanto da valorizzare nei depositi e nella parte già scavata. Gli scavi che sono stati fatti negli anni scorsi hanno avuto come obiettivo anche il miglioramento della conservazione". Infine Zuchtriegel ribadisce che sarà da "rinforzare l'accessibilità, non solo quella fisica. Nei mesi scorsi è stato fatto il bellissimo progetto 'Pompei per tutti', per rivolgersi a un pubblico sempre più diversificato, famiglie con figli con autismo, non vedenti. C'è un'ampia fascia di persone che non vanno considerate come gruppi emarginati ma come gruppi con esigenze speciali che dobbiamo rispettare".