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Nobel per la letteratura a Bob Dylan

(Foto Afp) - AFP
(Foto Afp) - AFP
13 ottobre 2016 | 13.07
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Il premio Nobel per la letteratura 2016 è andato a Bob Dylan "per aver creato una nuova espressione poetica nell'ambito della grande tradizione della musica americana".

Dylan ha conquistato il Premio Nobel per la Letteratura 2016 a vent'anni esatti dalla prima candidatura. Nel settembre 1996 il menestrello del rock fu indicato all'Accademia Reale Svedese come meritevole del prestigioso riconoscimento dal professore Gordon Ball, docente di letteratura dell'Università della Virginia.

A quella prima candidatura se ne aggiunsero altre da studiosi americani di importanti università Usa, ottenendo anche l'appoggio del poeta Allen Ginsberg, il canotere della Beat generation. All'epoca Ball spiegò che Dylan era stato proposto "per l'influenza che le sue canzoni e le sue liriche hanno avuto in tutto il mondo, elevando la musica a forma poetica contemporanea", e dai primi anni 2000 il nome di Bob Dylan è ricorso più volte nel toto-Nobel.

Dopo 23 anni, l'Accademia Reale Svedese ha premiato un autore statunitense (l'ultimo fu la scrittrice afroamericana Toni Morrison nel 1993). Ma al pantheon della grande letteratura Usa - Philip Roth, Don DeLillo, Joyce Carol Oates, Richard Ford, Thomas Pynchon, i cui nomi circolano da lungo tempo - i giurati di Stoccolma hanno preferito il 'menestrello del rock'.

Una scelta non del tutto casuale, ma in parte consapevolmente provocatoria, dato che 'il mal d'America' covava da tempo in seno all'Accademia Svedese. A fine settembre 2008 - rompendo una consuetudine storica di riservatezza e silenzio sulle scelte del Premio Nobel - Horace Engdahl, all'epoca segretario permanente dell'Accademia a cui spetta la scelta del premiato, bocciò il toto-Nobel in corso allora sulla stampa di Stoccolma che ipotizzava un vincitore statunitense, definendo gli scrittori Usa "provinciali" e quindi non meritevoli del prestigioso riconoscimento.

Sui giornali svedesi del 2008 si davano favoriti i nomi di grandi romanzieri statunitensi come Philip Roth, Gore Vidal, Joyce Carol Oates e J.D. Salinger e si citava pure il cantautore Bob Dylan. A parere di Engdahl - che rilasciò un'intervista in tal senso - gli scrittori nordamericani erano però troppo ''provinciali'' per gareggiare con i romanzieri e i poeti europei, i quali erano considerati "capaci di scrivere opere di qualità maggiore".

''L'Europa ancor oggi è la culla mondiale della letteratura'', sottolineò con una punta di perfidia Engdahl, facendo capire che non c'era nessun candidato Usa idoneo al Nobel. Engdahl definì gli scrittori americani ''troppo isolati e troppo provinciali'', con autori poco interessati a partecipare ''al grande dibattito sulla letteratura''.

Con il premio a Bob Dylan il Nobel è tornato a uno statunitense, superando un gap lungo 23 anni, dal precedente assegnato a Toni Morrison nel 1993. Altri scrittori americani premiati con il Nobel sono stati Saul Bellow, John Steinbeck e Ernest Hemingway.

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