"Giocatori smarriti, allenatore in confusione, presidente chiuso al rapporto con i tifosi"
"Parlare di delusione è troppo poco: per la prima volta nella mia vita non mi sono riconosciuto né nei giocatori in campo, né nell'allenatore in panchina, né nella presidenza e dirigenza del club. Nessuna componente è stata all'altezza che la situazione richiedeva". Non usa mezze misure lo scrittore Maurizio De Giovanni, tifoso azzurro doc, descrivendo "smarrimento e perplessità" di fronte al finale di campionato del Napoli, che lo ha visto escluso dalla Champions League proprio a causa del risultato negativo dell'ultima partita giocata ieri allo stadio 'Maradona'.
"I calciatori erano irriconoscibili e l'allenatore era in piena confusione sia per la squadra messa in campo che per i cambi effettuati in corso di gara: hanno proposto una perfetta lezione di 'non-calcio' - analizza De Giovanni - Quanto alla società, permane in una curiosa e autolesionista tendenza a non voler comunicare con i tifosi e a rendere conto di quello che succede". Conceicao? "Si rischia di fare come con Benitez, con Ancelotti, con Mazzarri, con Sarri e con Gattuso: tutti arrivati fra squilli di trombe e andati via in modo ignominioso...".
Per De Giovanni, "i tifosi hanno pieno diritto di sapere e di capire. Non aver raggiunto l'obiettivo è il minimo e ci siamo abituati. Ma ieri ho visto un Napoli che non è mio! Non hanno avuto neanche la dignità di chiedere scusa ai tifosi, come era doveroso da parte di tutti loro, giocatori, allenatore e presidente. Questa è una ferita gravissima nel rapporto fra la città e il Napoli".
(di Enzo Bonaiuto)