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Intervista ad Omar Hassan

Intervista ad Omar Hassan
23 marzo 2023 | 15.45
LETTURA: 3 minuti

Che sensazioni ti trasmette Palermo? Se guardi la mappa…Palermo è in linea d’aria in mezzo tra Milano e l’Egitto…

Palermo mi dà un’energia pazzesca, anche perché io amo il mare. Subendo il trauma del cemento e dell’asfalto delle periferie milanesi, amo, a maggior ragione, il mare. A Palermo si percepisce una dimensione di attraversamento di tante culture. Si percepisce dall’architettura, si percepisce dall’accoglienza della gente. Palermo, ed in generale la Sicilia, sono territori che amo in Italia.

A Milano occorre fare un po’ di strada per passare dal centro alla periferia. A Palermo quartieri come l’Albergheria, i Danisinni, Ballarò, si raggiungono a piedi da Palazzo Reale, sono confinanti col centro storico, cuore pulsante e turistico della città. È un tutt’uno. Il concetto di periferia è in qualche modo stravolto…

Credo che Palermo sia quasi unica, nel senso che le grandi città tendono a isolare il centro dalla periferia il più possibile. Quando trovi, invece, una realtà, dove vicino al centro, si sviluppano anche quartieri non proprio facili, sei di fronte al primo vero segno di integrazione. In questo caso, proprio con questa configurazione la città prova a ricomporsi e a rivalutarsi. Tutto viene ricompreso in un articolato, complesso e interessante significato della città, nulla viene rimbalzato fuori. Tutto assume una configurazione, che nel suo complesso, diviene più potente. Adesso in Italia viviamo un po' la realtà della “banlieue” parigina, che a Parigi trovi da 20 anni ed adesso inizia ad esserci anche da noi. Spero di scoprire ancora meglio Palermo, non vedo l’ora di viverci un po', di conoscere queste realtà così vicine e interessanti.

Punctum a Palazzo Reale di Palermo: che mostra vuole essere?

“Punctum” a Palazzo Reale vuole essere lo sguardo dell’arte in cammino. L’ulteriore nutrimento di quell’energia che rende l’artista come “la vita stessa”. Pollock diceva “essere un artista è la vita stessa: è vivere voglio dire”.

Punctum è anche ulteriore tassello che si aggiunge al mio cammino di artista. Ogni mostra ed ogni luogo dove viene realizzata una mia mostra, contribuisce a farmi sentire artista del mondo. Contribuisce, contemporaneamente, a farmi sentire cittadino nel nostro mondo. Le suggestioni storico–artistiche e culturali di Palazzo Reale, di un laboratorio ben riuscito della storia, connotato da un incontro tra culture, visioni spirituali e linguaggio artistico, aggiunge un ulteriore impulso artistico in me che si concretizza nella realizzazione di opere site-specific per l’allestimento nelle Sale Duca di Montalto di Palazzo Reale: Autoritratto, ∞ Lights, Pax, Triloquio, No Filter, la Nona IX e la Mappa di Palermo.

La mostra nasce da un dialogo intenso con la Fondazione Federico II. Sono stato attratto dal metodo di lavoro di questa Fondazione, del loro modo di intendere le mostre, come un pungolo, una leva di riflessione. Il loro NO alle mostre pre-confezionate è stato per me uno stimolo importante. Con loro ho visitato Palazzo Reale di Palermo, cogliendone il dispiegamento di energie che la storia ci ha donato, che merita anche quella vivificazione continua attraverso mostre di arte contemporanea. Il Palazzo Reale ha saputo guardare avanti, grazie ad una visione forte della Fondazione Federico II. Connettersi con quella energia, con quella luce e con la sua dimensione complessa è stato esaltante. Punctum a Palazzo Reale è anche una celebrazione della donna reale. Figura per me sacra che nella nostra contemporaneità, purtroppo, sta subendo atrocità indicibili in alcune parti del mondo.

Con tutta la Fondazione Federico II abbiamo deciso di celebrare la figura femminile, accostandola ai miei gesti pittorici e attraverso una mostra fortissima. Punctum è la valorizzazione del singolo, perché ognuno di noi è fondamentale per creare un insieme sereno e armonioso. Punctum è quell’energia vitale dell’artista che rende unica ogni opera d’arte.

Da dove nasce l’idea dei mosaici di “tappini” della serie Caps? Quanti sono i tappini che compongono l’opera nella mappa di Palermo?

Sono anni che sto realizzando la mappatura di tutte le città che mi ospitano, dove realizzo le mostre, con i tappini delle bombolette spray. Queste mappe sono composte da 8.000 /10.000 tappini dipinti a mano, ad uno ad uno, cosa che serve proprio a dare valore al singolo. Se fossimo tutti eticamente corretti nel proprio spazio e aperti al dialogo, nel nostro insieme saremmo un’armonia serena e meravigliosa. In ogni caso l’insieme non assorbe mai il significato di ciascuno e tutti non possiamo che essere posti in relazione. La mappa di Palermo è composta da ottomilanovecentoventotto tappini.

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