Dallo stile di Cary Grant al fascino un po' scanzonato di Paul Newman e Robert Redford, un itinerario a caccia dell'immagine maschile
Un lungo percorso attraverso i decenni alla scoperta del mito della mascolinità. Un viaggio per raccontare come è stata declinata l'immagine dell'uomo soprattutto nel mondo dello spettacolo. Dallo stile di Cary Grant, immortalato in film indimenticabili come 'Caccia al ladro' del 1955 o 'Intrigo internazionale' del 1959 di Hitchcock, al fascino un po' scanzonato di Paul Newman e Robert Redford negli anni Sessanta. Un itinerario a caccia dell'immagine maschile condotto da Valeria Arnaldi nel saggio 'Tabacco&Paillette. Storia e mito della mascolinità a cavallo del millennio' pubblicato dall'editore Ultra.
"Il modello di uomo, in meno di cento anni - scrive l'autrice nelle prime pagine del suo volume - è radicalmente cambiato, arrivando a proporre modelli da seguire e, un istante dopo o poco più, già rinnegarli, preferendo canoni non solo differenti ma spesso opposti. Sono cinema, arte, televisione, letteratura, nonché serie animate, fumetti e videogiochi a mostrare la 'rivoluzione' dell'immagine maschile. E di conseguenza del suo immaginario".
A partire da questi presupposti, Arnaldi compie una carrellata tra modelli maschili impersonati da attori e non solo rimasti impressi nell'immaginario collettivo. E' il caso, dopo i prototipi degli anni Cinquanta e Sessanta, degli uomini che l'autrice definisce belli e tenebrosi degli anni Ottanta come Mickey Rourke, oppure di altri 'campioni' della virilità come Tom Cruise, Brad Pitt o Johnny Depp. Un percorso che, passo dopo passo, arriva ai nostri giorni mettendo in luce i cambiamenti dell'immagine maschile nel tempo. Cambiamenti che seguono l'evoluzione della società e dei desideri, delle fantasie e dei valori.