Trasformare il Grande Raccordo Anulare da una infrastruttura che abbraccia Roma in un'opera d'arte collettiva, riqualificando le aree depresse delle periferie. E' l'obiettivo di 'GRAArt', il progetto di arte contemporanea targato Anas nato per valorizzare una delle arterie più importanti del Paese. Sottopassi e rampe d'accesso all'anello autostradale cambiano così 'pelle' grazie all'intervento di dieci Urban Artist internazionali, guidati da David Diavù Vecchiato, esponente di spicco dell'Urban Art in Italia e fondatore di MURo, il museo di Urban Art della Capitale.
Gli artisti messi al lavoro si sono ispirati al mito della Città Eterna contribuendo a creare un vero e proprio itinerario culturale in grado di legare il centro e la periferia della città. Un circuito inedito e originale da percorrere a tappe che sovrappone la storia della Roma antica a quella della Roma moderna. Dalla Romanina a Tor Vergata, da Ottavia all'Aurelia, dalla Prenestina a La Rustica, sono tante le zone interessate dal progetto che ha fatto leva su miti, leggende, e aneddoti spesso poco conosciuti.
Si tratta, ha spiegato il presidente dell'Anas Gianni Vittorio Armani, nel corso della presentazione del progetto al Mibact, di un "percorso strategico per la nostra azienda ed è un punto di partenza. Il Gra è la strada più trafficata d'Italia con il passaggio di 160mila veicoli al giorno equivalenti, su tutto il tracciato a quasi 1 milione di mezzi che lo attraversano ogni giorno. Il nostro piano, che prevede l'impiego di oltre il 40% di risorse sulla manutenzione, si focalizza su alcuni obiettivi fondamentali: la sicurezza, la modernità, l'efficienza delle nostre infrastrutture, ma anche sulla pulizia e la valorizzazione".
Sulla sicurezza, "abbiamo investito molto: in un anno e mezzo abbiamo lanciato operazioni come quella di 'basta buche', o come quella della nuova segnaletica e delle nuove barriere salva-motociclisti". Armani ha poi ricordato la "ristrutturazione di itinerari storici molto importanti per la nostra azienda che erano da lungo tempo abbandonati, come quello della E45, delle autostrade siciliane e quello del completamento della Salerno- Reggio Calabria".
"Abbiamo investito - ha evidenziato Armani - sulla tecnologia predisponendo un'ipotesi di connettività diffusa tra strada e veicolo" mettendo in campo "un investimento sulla larga banda e connettività delle strade con un programma che prevede 160 milioni di euro già nel piano di quest'anno sul Raccordo Anulare, sulla Roma-Fiumicino, sulla E45, sulle nostre Autostrade Siciliane e sulla Salerno- Reggio Calabria". Armani ha sottolineato, inoltre, che "155 milioni di euro sono per il greenlight che dovrebbe portare il led in tutte le infrastrutture d'illuminazione".
Il progetto che porta la street art sul Grande Raccordo Anulare, ha evidenziato Claudio Arcovito, responsabile del Brand e Immagine di Anas, "ha il potere di proteggere le infrastrutture". L'idea è quella di "far diventare dei non-luoghi, dei luoghi d'arte. E l'ambizione è quella di far diventare il Gra un museo all'aria aperta aiutando a decentralizzare l'offerta turistica di Roma, facendo riscoprire le periferie che hanno una loro storia e le loro bellezze". Ma l'obiettivo è quello di "rafforzare la presenza di Anas sui territori, raccontando una storia diversa dell'azienda".
"Il progetto ha sottolineato il ministro dei beni Culturali e del turismo Dario Franceschini - unisce in modo brillante e innovativo tre cardini dell’azione condotta per la cultura negli ultimi tre anni di governo: l’impegno per la riqualificazione delle periferie, l’attenzione verso l’arte contemporanea e il coinvolgimento delle imprese. Finora l’Italia ha investito molto sulla tutela e la valorizzazione del patrimonio culturale ereditato dal passato, ora è importante dedicare altrettante energie nel far fiorire i talenti e la creatività dei nostri tempi. Il terreno ideale sul quale operare sono le periferie urbane, dove nel XXI secolo siamo chiamati a vincere attraverso l’arte e la cultura la battaglia dell’integrazione e del confronto dopo aver vinto, nel XX secolo, la battaglia della tutela dei centri storici", ha concluso Franceschini.