Dalla ricerca, pubblicata su 'Science Advances', emergono "cambiamenti biologici o molecolari che possono essere rilevati nel sangue"
Buone notizie per chi vive nel verde o vicino a un parco: avrà un'aspettativa di vita di 2,5 anni in più rispetto agli altri. E' quanto emerge da un nuovo studio americano sul tema, pubblicato su 'Science Advances', in cui gli scienziati hanno esaminato l'impatto dell'esposizione a lungo termine agli spazi verdi circostanti e il suo effetto sull'invecchiamento biologico di un gruppo di oltre 900 persone residenti in quattro città Usa. "La ricerca ha mostrato che la vicinanza agli spazi verdi ha causato cambiamenti biologici o molecolari che possono essere rilevati nel sangue", spiega Lifang Hou, professore di medicina preventiva presso la Feinberg School of Medicine della Northwestern University.
I ricercatori hanno dunque confrontato i cambiamenti biologici, legati all'età nei partecipanti allo studio, per un periodo di 20 anni. Usando il Dna del sangue, sono stati in grado di stimare l'età biologica delle persone. Hanno anche analizzato i cambiamenti nel funzionamento dei geni legati al processo di invecchiamento. E' noto infatti che se l'età biologica di una persona è accelerata, sarà più a rischio di alcune malattie (legate all'invecchiamento) come cancro, patologie cardiache o Alzheimer. L'età biologica è spesso data dallo stile di vita più che dall'anagrafe, ricordano i ricercatori. E "dipende davvero da ciò che facciamo quotidianamente, compreso ciò che mangiamo e quanto siamo attivi", sottolinea Lifang Hou. Lo studio dunque sottolinea che oltre allo stile di vita, è importante l'ambiente in cui si cresce, il quartiere in cui si abita, le comunità che si frequenta, ecc.
Numerosi studi hanno già dimostrato i benefici degli spazi verdi per la salute e "contro la mortalità prematura", afferma David Rojas-Rueda, professore di epidemiologia presso la Colorado State University. Ora questa nuova ricerca ha quantificato gli effetti del 'verde' nel prolungare la durata della vita, ma serviranno nuovi studi per capire effettivamente quali sono i fattori benefici in natura che influenzano la buona salute.