Ergastolo per Fabrizio Barna, 54 anni, che il 21 ottobre 2018 a Sesto Fiorentino uccise a colpi di pistola i vicini di casa Salvatore Andronico, 66 anni, e il figlio di quest'ultimo Simone, 31 anni, entrambi ingegneri, per futili motivi, perché esasperato dai rumori che provenivano dalla colonica che stavano ristrutturando. La condanna è stata emessa oggi dal giudice del tribunale di Firenze Federico Zampaoli, che ha accolto la richiesta della procura, avanzata dalla pm Christine Von Borries durante il processo con rito abbreviato.
La mattina del 21 ottobre 2018, secondo quanto è stato ricostruito dalle indagini condotte dai carabinieri, in una zona di campagna, alla periferia di Sesto Fiorentino, in via dei Grilli, all'altezza del numero 5, Fabrizio Barna impugnò la sua pistola Beretta ed esasperato dai rumori che provenivano dalla casa colonica in ristrutturazione vicino alla sua abitazione freddò con un colpo alla carotide Salvatore Andronico, pensionato, e con sette colpi, al volto, alle braccia, alle gambe e al torace, il figlio Simone, ingegnere meccanico, entrambi residenti a Sesto Fiorentino.
L'autore del delitto, Fabrizio Barna, disoccupato, che alcuni anni fa si era licenziato dal suo posto di lavoro di commesso in un supermercato, venne arrestato subito dai carabinieri senza opporre resistenza. Da quel giorno è rinchiuso nel carcere fiorentino di Sollicciano. Barna, celibe, che viveva da solo, che era entrato in una depressione dopo la scomparsa dei genitori (la madre era morta nel 2008 e il padre nel 2012), era in possesso di una pistola regolarmente denunciata.
A scatenare il duplice omicidio una lite di vicinato, dovuta ai rumori causati dai lavori di ristrutturazione, che l'assassino non sopportava. Simone Andronico aveva deciso di ristrutturare la casa colonica per tornarci ad abitare con la sua compagna e nei momenti liberi si faceva aiutare dal padre Salvatore nei lavori edili.
Dalle indagini dei carabinieri, emerse che la situazione di tensione tra i vicini di casa andava avanti da quando erano iniziati i lavori nella colonica, nel gennaio 2018; nell'estate successiva le vittime si erano rivolte ad un ufficio di mediazione sociale convenzionato con il Comune di Sesto Fiorentino, che aveva inviato una lettera a Barna al fine di avviare un tentativo di conciliazione per risolvere la lite di vicinato.
A scoprire il duplice delitto la mattina del 21 ottobre 2018 fu un'altra vicina di casa, che, sentiti gli spari, mentre si trovava in un campo a raccogliere le olive, si recò verso il cantiere per verificare cosa fosse successo. Alla vista dei cadaveri la donna ebbe un malore ma fece a tempo a chiamare il 112. Accusarono un malore anche la fidanzata e la madre delle due vittime, che furono soccorse e portate all'ospedale.
L'omicida, descritto dai conoscenti come un tipo particolarmente solitario, non si era allontanato dalla sua casa in via dei Grilli, aspettando l'arrivo di carabinieri. Subito dopo l'arresto, Fabrizio Barna fu accompagnato nel carcere di Sollicciano. "Non sono pentito di quello che ho fatto, ho fatto bene", sussurò più volte l'autore del duplice omicidio con voce fredda durante il tragitto verso la cella di reclusione.
La sentenza di condanna all'ergastolo emessa oggi contempla anche per Barna l'interdizione in perpetuo dai pubblici uffici. Barna è stato anche condannato dal gup Federico Zampaoli al pagamento di provvisionali per 300 mila euro alle parti civili, la moglie di Salvatore Andronico e quindi la madre di Simone e di suo figlio Lorenzo. Barna è stato giudicato capace di intendere e di volere. Simone Andronico era un ingegnere che lavorava in un'azienda del settore aerospaziale. Salvatore Andronico era un ingegnere di Trenitalia in pensione ed era uno degli imputati per la strage ferroviaria di Viareggio del 2009.