"Aspettiamo una risposta del governo" dice Danilo Calvani, leader del 'Cra agricoltori traditi'. Proteste anche al Colosseo e al Campidoglio
Si è conclusa la manifestazione degli agricoltori al Circo Massimo di Roma indetta dal Cra Agricoltori Traditi per protestare contro le politiche del governo e dell'Ue. Gli undici trattori arrivati da Cecchina in corteo stanno lasciando l'area suonando i clacson e con i lampeggianti accesi. La circolazione veicolare è tornata ora regolare. Al presidio hanno preso parte circa 1.500 persone provenienti da diverse regioni italiane, dalla Lombardia alla Basilicata, dalla Liguria alla Sicilia. Tante le bandiere dell'Italia e gli slogan sui cartelli: 'Sovranità e Made in Italy, chi li ha visti' ma anche 'Senza agricoltori mangerete immondizia". "Aspettiamo una risposta del governo - ha detto Danilo Calvani, leader del Cra -. Adesso ci risposiamo alcuni giorni ma poi siamo pronti a ripartire. Non molliamo".
Tre in tutto le iniziative nella Capitale: una al Colosseo, l'altra al Campidoglio e la terza al Circo Massimo. Due i mezzi agricoli al Colosseo per l'iniziativa di due sigle 'Altragricoltura' e 'Popolo produttivo', mentre in Campidoglio c'è stata un'altra manifestazione. La più imponente al Circo Massimo, circa 1.500 i partecipanti, dove si sono dati appuntamento undici trattori per partecipare alla manifestazione indetta dal Cra Agricoltori Traditi con un altro gruppo, quello del movimento di Giuliano Castellino. Tra gli slogan sugli striscioni esposti dagli agricoltori in presidio 'Il grano è il nostro oro'. "Stop soldi per la guerra contro la Russia, aiuti agli agricoltori", si legge sullo striscione che espongono i manifestanti. "Possono fermare un uomo, ma non la lotta", ha commentato Castellino in merito al divieto di essere in piazza.
"Con i nostri trattori siamo entrati a Roma, i cittadini ci hanno accolto con applausi e segni di incoraggiamento" ha detto Danilo Calvani, leader del Cra Agricoltori Traditi al Circo Massimo. "Non si deve mollare, dobbiamo andare avanti", ha detto Calvani dal palco allestito sul rimorchio di un trattore. "Dobbiamo fare come gli agricoltori tedeschi che sono andati avanti nel tempo. I presidi vicino a Roma restano attivi", ha aggiunto.
Al presidio partecipano agricoltori provenienti da tutta Italia, dalla Sicilia alla Liguria, dalla Campania alla Basilicata. Ci sono anche diversi sindaci. "Sono venuto con cittadini e agricoltori in rappresentanza di cinque comuni della provincia di Potenza: Venosa, Palazzo San Gervasio, Montemilone, Ginestra e Maschito - dice il sindaco di Maschito, Luigi Rafti -. Le nostre comunità superano i 18mila abitanti e la maggioranza sono impiegati nell'agricoltura. Da noi si produce un'eccellenza italiana, l'Aglianico del Vulture. I sindacati non tutelano la categoria, sono anni che gli agricoltori si lamentano e sono stati abbandonati. Bisognerebbe tutelare i prodotti di alta qualità e questo non avviene. In Italia produciamo grano seguendo certe regole, quelle stabilite dall'Ue, ma poi facciamo entrare il grano che arriva dal Canada. Un buon padre di famiglia prima tutela i suoi e poi pensa agli altri. Abbiamo costi enormi e regole che fuori dalla comunità europea non esistono. Al governo italiano possiamo chiedere di abbassare il prezzo di carburante ma il resto lo deve fare l'Europa".
"Sono qui perché c'è una folta rappresentanza di agricoltori del mio territorio e sostenerli per noi e' fondamentale - ha detto Domenico Venuti, sindaco di Salemi, in provincia di Trapani - Vedere mortificato il lavoro di generazioni fa male e c'è un ritorno economico negativo notevole. Negli ultimi anni l'agricoltura era tornata a essere un'opportunità dopo anni di abbandono. Le istituzioni devono stare in prima fila ed è fondamentale avere delle risposte".
Riscatto agricolo, il movimento di agricoltori che aveva protestato nei giorni scorsi a Roma ed in varie province italiane, da nord a sud, e aveva raggiunto un accordo con il ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida, prosegue la protesta. A dirlo all’Adnkronos è uno dei fondatori, Salvatore Fais, che tiene a precisare però che oggi il Movimento non ha aderito alla manifestazione al Circo Massimo del Cra. "La maggioranza dei presidi continua ad andare avanti e nei prossimi giorni molti agricoltori convergeranno a Roma con i trattori, al presidio di via Nomentana 1111 dove siamo rimasti con 250 trattori perché stiamo organizzando una nuova manifestazione lunedì o martedì prossimo, sempre nella capitale" afferma Fais. Tuttavia, "una piccola delegazione, composta da Maurizio Senigagliesi, Elia Fornai e Cristian Iannelli, (tra i fondatori del movimento, ndr.) si è staccata, nel senso che è tornata a casa, perché era soddisfatta dal tavolo al Masaf ma -sottolinea - la maggioranza non lo è, e quindi continuiamo la protesta". Senigagliesi e gli altri aggiunge Fais "non sono usciti dal movimento, ma non sposano l’iniziativa presa dal comitato".
Quanto agli impegni presi dal governo con la presentazione dell’emendamento al Milleproroghe per la reintroduzione dello stop all’Irpef, totale per i redditi sotto ai 10mila euro e al 50% per quelli tra 10mila e 15mila euro ed inoltre l’apertura di un tavolo di confronto Fais sostiene "sono due degli undici 12 punti del documento ma per noi il prezzo minimo dei prodotti agricoli è l’obiettivo più importante da raggiungere. Se fanno un decreto per garantire un prezzo minimo a quel punto si può anche tornare a casa".
Dal canto suo, Senigagliesi, conferma di essersi dissociato da nuove iniziative di protesta. “Mi sono fatto da parte, sono rientrato in azienda, perché non ho condiviso la posizione di altri di proseguire con la protesta. Sono stanco” afferma all’Adnkronos. “Per quanto mi riguarda Riscatto Agricolo - sostiene - è uscito ieri dal presidio e ha rispettato gli accordi con il governo. Io rispetto le idee di tutti, chi è rimasto lì, chi è tornato a casa, chi è al Circo Massimo… La protesta ha preso una piega che non condivido, ma ho rispetto. Noi, come da accordi con il governo ieri ci siamo ritirati. Ho mantenuto quello che era stato detto e se loro distruggono quello che abbiamo ottenuto non posso farci niente”. “Quando abbiamo accettato l’accordo al ministero abbiamo promesso che avremmo smobilitato entro mercoledì, e, come da accordi ieri sera io e altri fondatori del movimento abbiamo smobilitato. Con me nella delegazione al ministero che ha preso accordi c’erano anche Salvatore Fais e Andrea Papa – precisa – ma evidentemente hanno cambiato idea”.
Quanto alla richiesta di un decreto per fissare un prezzo minimo dei prodotti agricoli, portata avanti in questa fase dai dissidenti, in testa Fais, Senigagliesi sostiene: "un decreto per il prezzo minimo è incostituzionale perché fortunatamente vige la regola del mercato libero". E l'esenzione dell'Irpef agricola? "E' sicuramente un passo avanti" commenta Senigagliesi.
Intanto i movimenti di agricoltori italiani, anche in ordine sparso, continuano a protestare e sabato prossimo, il 17, a Roma è prevista una manifestazione del movimento “Uniti si vince”. L’appuntamento è alle 10 in piazza della Bocca della Verità, davanti alla basilica di S.Maria in Cosmedin (a due passi dal Circo Massimo) e, come recita il volantino che gira nelle chat, saranno organizzati pullman per partecipare al grido di “Difendiamo il nostro lavoro”, “Salviamo il nostro futuro”, “Proteggiamo i nostri figli”. "Si tratta di un’aggregazione di più regioni e stiamo decidendo se aggregarci anche noi" afferma Salvatore Fais.