Scagliarini: "Il Tribunale penale di Bari mi ha condannato per diffamazione"
"Il Tribunale penale di Bari mi ha condannato per diffamazione ai danni di una associazione free-vax per aver scritto che ‘non è vero’ che il vaccino del morbillo causa la morte, come spiegava nella stessa pagina il prof. Roberto Burioni. W la libertà di espressione. W la giustizia". Lo scrive su Twitter il giornalista della Gazzetta del Mezzogiorno Massimiliano Scagliarini. Il Tribunale di Bari ha condannato il giornalista a 6mila euro di multa (pena sospesa) più le spese (4mila a Giuseppe De Tommaso come direttore responsabile) per diffamazione ai danni di Francesco Aiello e dell’associazione Condav.
In un articolo del 21 aprile 2017, intitolato "Puglia, tutte le bufale dei contrari al vaccino", Scagliarini aveva scritto che "non è vero" che "la mortalità da vaccino esiste ed è certificata", come aveva riferito Aiello durante un’audizione in Consiglio regionale sull’obbligo vaccinale per il morbillo, e che Aiello si era proclamato "vittima dei vaccini". Insieme all’articolo c’era un’intervista a Burioni, il quale, alla domanda su un esponente grillino che a Bari aveva affermato che un primario di Neonatologia del Policlinico deve "chiedere scusa" per aver detto che non esiste la mortalità dei vaccini, aveva risposto: "A chiedere scusa devono essere quei medici delinquenti che hanno inculcato nella gente la falsa idea secondo cui certe malattie sono dovute ai vaccini. Sono avvoltoi".
Subito dopo, alla domanda su quante sono davvero le reazioni avverse a un vaccino, lo stesso Burioni aveva affermato: "Una ogni due milioni di dosi, e consistono in una violenta reazione allergica, lo shock anafilattico, che in presenza di un medico si può agevolmente controllare. E' questo il motivo per cui, dopo la vaccinazione, è opportuno attendere mezz’ora in ambulatorio". "Ritengo che il segnale sia gravissimo - afferma ora Scagliarini -, soprattutto in un momento storico come questo. Se il ruolo dei giornalisti è fare informazione per la salute della gente, questo ruolo non può essere messo in discussione (anche) da sentenze penali".