Nel luglio del 2020, il tribunale di Brescia lo ha condannato a 4 anni di reclusione, sentenza poi confermata in Appello
Sequestro di persona e lesioni personali, aggravati dall’avere adoperato sevizie e agito con crudeltà nonché dalla finalità di terrorismo e dell’odio razziale. Queste le accuse contro un 28enne foreign fighter italiano di origini marocchine nei confronti del quale la Polizia di Brescia ha eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere.
Nel giugno del 2019 l’uomo, attualmente detenuto, era stato prelevato a Kobane (Siria) ove si trovava in stato di cattura da parte delle Unità di protezione popolare curde, da funzionari della Digos di Brescia e della Direzione Centrale della Polizia di Prevenzione all’esito di una complessa operazione condotta in stretto raccordo con l’Aise, il Fbi e le Autorità siriane e arrestato per partecipazione ad associazione con finalità di terrorismo, in quanto, dopo una radicale adesione ideologica alla Jihad islamica iniziata in Italia e completata in Germania, lo stesso era partito per la Siria dove era divenuto un operativo del sedicente Stato Islamico.
Nel luglio del 2020, il Tribunale di Brescia lo ha condannato a 4 anni di reclusione, sentenza poi confermata in Appello.