"Uno dei 32 naufraghi a bordo di #SeaWatch si è gettato in acqua cercando di raggiungere Malta". Lo rende noto, in un tweet, la stessa Sea Watch. "Per giorni hanno guardato la costa europea senza poterla raggiungere. In mare da 2 settimane e con alle spalle mesi di detenzione nelle prigioni libiche - denuncia la Ong - Hanno bisogno di un porto, ora". La nave attende l’assegnazione di un porto sicuro per le 32 persone, donne, uomini e bambini, salvate nel Mediterraneo Centrale il 22 dicembre scorso.
Fonti del ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti riferiscono che "le navi Sea-Watch3 e Professor Albrecht Penck si trovano a poche centinaia di metri dalla costa maltese, in acque territoriali (non Sar) de La Valletta" e che "tutti i migranti stanno ricevendo viveri e ogni forma di assistenza, trovandosi a pochissima distanza proprio dal porto de La Valletta".
In un briefing a Bruxelles, la portavoce dell'esecutivo Ue, Mina Andreeva, ha detto che "la Commissione europea continua i suoi intensi contatti con alcuni Paesi membri che sono disposti a trovare una soluzione" per permettere che siano sbarcati "rapidamente" i migranti a bordo della Sea Watch 3 e della Sea Eye, le due navi cui è stato concesso due giorni fa di entrare nelle acque territoriali di Malta. Andreeva ha ricordato che il commissario per le Migrazioni, Dimitri Avramopoulos, "ha telefonato ad alcuni Paesi membri per dare sostegno e per contribuire a questo sforzo per lo sbarco al più presto e in sicurezza" delle 49 persone a bordo delle due imbarcazioni. "Ci sono alcuni Paesi - ha sottolineato ancora la portavoce - che hanno espresso disponibilità a contribuire a questo sforzo congiunto e a sostenere Malta, ma contatti sono in corso e in questa fase non ci sarà alcun annuncio fino a che non lo faranno i Paesi membri". Nei giorni scorsi hanno dato la loro disponibilità ad accogliere alcuni dei migranti Germania, Francia e Olanda.