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Stupro Rimini, si stringe il cerchio sul branco

Immagine d'archivio (FOTOGRAMMA) - (FOTOGRAMMA)
Immagine d'archivio (FOTOGRAMMA) - (FOTOGRAMMA)
28 agosto 2017 | 13.36
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Continua la caccia al branco di stupratori che, venerdì notte, a Rimini, ha tenuto in ostaggio due polacchi, un ragazzo e una ragazza, abusando di lei e picchiando lui, e ha poi violentato anche una trans peruviana. Gli investigatori della polizia di Rimini hanno ormai pochi dubbi sull’identità dei quattro nordafricani, si suppone marocchini, autori del reato.

L'IDENTIKIT - Innanzitutto esiste un identikit chiaro dei quattro fornito dalle vittime poi ci sono le immagini degli impianti di videosorveglianza di diverse attività commerciali della zona.

Da quanto si apprende, gli uomini della Squadra Mobile ritengono che il branco opererebbe nel giro dello spaccio degli stupefacenti e delle rapine e che conosca bene la zona del lungomare vicino al 'Bagno Chiara', teatro delle ore di terrore vissute dalla 26enne polacca e dal suo fidanzato. Molto probabilmente hanno anche una casa nel Riminese, un punto d’appoggio dove si nascondono. I violentatori, che hanno anche rubato i telefonini delle vittime, secondo gli inquirenti, sarebbero under 30.

PROVINCIA SETACCIATA - Il questore Maurizio Improta sta facendo setacciare tutta la provincia, decine di agenti pattugliano diverse zone e la zona è blindata. Intanto la Scientifica sta isolando il dna trovato sulla spiaggia dove è avvenuta l’aggressione e da Roma sono arrivati gli agenti specializzati dello Sco (Servizio centrale operativo), per coadiuvare i colleghi riminesi.

La giovane polacca violentata è stata sentita più volte dagli investigatori così come la prostituta che per prima ha soccorso i due turisti polacchi. I due giovani brutalizzati, entrambi universitari, sono in ospedale a Rimini. Lui è stato massacrato di botte e ha gravi ferite al volto. Dovrà subire un’operazione al setto nasale. In ospedale, per visitarli, si è già recato il viceconsole polacco, Bartosz Skwarczynski, arrivato da Milano. Il Comune di Rimini si è offerto di pagare il viaggio di rientro dei ragazzi e la città si è stretta intorno alle vittime. Diversi albergatori si sono offerti di ospitarli.  

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