"Giusto dare più peso all'occupazione dei posti letto in terapia intensiva, lo chiediamo da 1 anno"
"Siamo d'accordo con una revisione dei parametri che vada in una semplificazione e in un maggior peso per quanto riguarda l'occupazione dei posti letto in terapia intensiva. E' un anno che lo chiediamo e ora, se si andrà in questa direzione, non possiamo che essere soddisfatti". Lo afferma all'Adnkronos Salute Alessandro Vergallo, presidente nazionale dell'Associazione anestesisti rianimatori ospedalieri italiani, Aaroi-Emac, commentando le indiscrezioni uscite dall’incontro tra il Governo e le Regioni sul nuovo meccanismo per definire le restrizioni a seconda dell’impatto dell’epidemia.
"Abbiamo sempre detto che il peso della tracciatura con i tamponi, e quindi l'indice Rt è molto legato al numero di test che si fanno - prosegue - Oggi è più logico rivedere questo parametro e dare più importanza a ciò che accade negli ospedali, alla situazione delle rianimazioni Covid".
"Stiamo assistendo, come avevamo previsto, a una lenta discesa del numero dei ricoveri in terapia intensiva. Questa discesa viaggia molto più lentamente rispetto a quanto accaduto nelle precedenti ondate. Siamo nell'ordine di 30-40 posti letto al giorno che li liberano. Potremmo dire che la situazione delle rianimazioni è più tranquilla ma il dato nazionale di oggi, 1.992 persone in terapia intensiva (-64 da ieri), non ci fa stare tranquilli perché è ancora alto e non siamo fuori pericolo", ha sottolineato ancora all'Adnkronos Salute Vergallo.
"Ci sono due fattori che diversificano la situazione attuale rispetto alle ondate precedenti e quindi anche questo calo molto più lento - osserva Vergallo - una diffusione maggiore del virus su tutto il territorio e una movimentazione maggiore delle persone rispetto al lockdown 2020. Infatti, durante la prima ondata il rapporto tra numero di ricoveri Covid in terapia intensiva rispetto al totale era 1 a 10, negli ultimi mesi è stato 1 a 8. Dunque - rimarca il presidente del sindacato degli anestesisti - assistiamo ad un miglioramento ma non così evidente, ecco che pur riconoscendo la necessità delle riaperture consigliamo sempre una grande prudenza. Un'altalena su queste dinamiche impedisce anche la riprogrammazione dell'attività ospedaliera extra-Covid che - conclude- ha subito gravi ritardi e deve tornare alla normalità per il bene dei pazienti".