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Quarta dose vaccino, Minelli: "Sì per over 80"

"Avrei arruolato anche under 80 con immunodeficit primitivi o acquisiti"

(Afp)
(Afp)
07 aprile 2022 | 15.11
LETTURA: 2 minuti

Sì alla quarta dose di vaccino covid per gli over 80 in Italia. Lo sottolinea all'Adnkronos Salute l'immunologo Mauro Minelli, responsabile per il Sud-Italia della Fondazione per la medicina personalizzata, commentando le raccomandazioni dell'Ema-Ecdc. "Come già sostenuto in altre circostanze, mi pare corretto prevedere un supplemento di protezione immunitaria in quelle persone nelle quali la protezione immunitaria per fisiologico declino venga gradualmente meno. E’ giusto ed è opportuno, tanto più in un momento nel quale ogni giorno di più ci andiamo progressivamente convincendo che la pandemia da varianti Covid sia tutt’altro che finita", dice.

"Ma proprio per questo e considerando che gli studi sui vari booster fin qui condotti non hanno evidenziato particolari problemi di sicurezza, non avrei scartato l’idea già avanzata di arruolare tra i possibili destinatari di una nuova dose 'di rinforzo', contestualmente a tutti gli over 80, anche quegli sotto gli 80 anni nei quali le funzioni immunitarie possano risultare compromesse per meccanismi indipendenti dalla senescenza. Penso ai soggetti con immunodeficit primitivi, ovvero acquisiti in ragione di farmaci o di patologie immunologicamente invalidanti. Anche perché i dati che arrivano da Israele, realtà in cui si è già proceduto alla diffusa somministrazione della quarta dose, ci informano - ricorda l'immunologo - che quest’ultima sarebbe in grado di fornire una protezione aggiuntiva contro malattie gravi che, nei soggetti più vulnerabili, potrebbero arrivare anche prima del previsto inizio autunnale delle più canoniche campagne di vaccinazione".

"Non si può evidentemente non essere d’accordo sulla possibilità che l’attesa di qualche mese possa offrire alla popolazione generale l’opportunità di poter contare su vaccini più aggiornati rispetto alle mutazioni virali emergenti, e però l’occorrenza di quadri clinici che, nei fatti, simulano condizioni funzionalmente sovrapponibili a quelle riscontrate negli anziani, avrebbero forse richiesto provvedimenti analoghi a quelli che a questa fascia d’età sono stati correttamente riservati", conclude Minelli.

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