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Peschereccio attaccato dai libici, arrivato nel porto di Mazara

Colpito giovedì scorso da una motovedetta della Guardia costiera libica, ad attenderlo i familiari dell'equipaggio e il sindaco della cittadina. Il comandante: "Sono vivo"

(Foto Fotogramma)
(Foto Fotogramma)
08 maggio 2021 | 07.51
LETTURA: 3 minuti

Ha attraccato al porto di Mazara del Vallo (Trapani) il peschereccio 'Aliseo', colpito giovedì scorso da una motovedetta della Guardia costiera libica. A bordo ci sono i sette uomini d'equipaggio compreso il comandante Giuseppe Giacalone, rimasto lievemente ferito schegge del vetro della cabina e medicato a bordo dai militari italiani. Ad attenderli i familiari oltre al sindaco della cittadina, Salvatore Quinci.

E' stato un lungo abbraccio quello tra il comandante Giacalone, che sulla testa ha una vistosa fasciatura bianca, e la sua famiglia. "Sono vivo", sono state le sue prime parole. Indosso aveva ancora la maglietta sporca di sangue.

Il peschereccio è stato scortato nel porto da una motovedetta della Guardia costiera, sulla quale è salito il vescovo di Mazara del Vallo, monsignor Domenico Mogavero. "Il comandante Giacalone è molto giù di morale, d'altro canto è stato sfiorato da un proiettile e psicologicamente la situazione è grave. E' una vicenda che sta lasciando il segno, speriamo che si riprendano al più presto e che abbiano il coraggio di tornare in mare", ha commentato il vescovo. "E' un problema grave - dice incontrando i giornalisti al porto - ci sono interessi particolari e gli interlocutori in Libia per sono ora deboli. Ci sono, ad esempio, due vescovi ma hanno poca libertà di parola".

E sulla Libia: "Non bastavano i muscoli, ora anche i proiettili, per fortuna c'era la Marina e la vicenda si è conclusa in maniera positiva". E a chi gli chiede cosa pensa del governo che invita i pescatori a non andare in quella zona, replica: "Il governo in questo momento in assenza di interlocuzione dice 'state attenti perché la vita vale di più del pesce, beh dal punto di vista politico può reggere ma dal punto di vista economico no". 

L’assalto è avvenuto a 35 miglia a nord della costa di Al Khums, “all’interno della Zona di protezione di pesca nelle acque della tripolitana”, come ha comunicato giovedì la Marina Militare intervenuta sul posto in soccorso con la fregata Libeccio. Ieri il ministro degli Esteri Luigi Di Maio ha definito quel tratto di mare "a rischio".

"La prossima settimana incontrerò a Roma i ministri degli Esteri e della Difesa", ha annunciato il sindaco di Mazara del Vallo, Salvatore Quinci, che si è recato sulla banchina per l'arrivo. Il primo cittadino sottolinea che il "tavolo va costruito con il ministero della Pesca e l'Agricoltura". E chiede un aiuto per il comparto.

Un'inchiesta stabilirà la dinamica di quanto accaduto al largo delle coste libiche durante l'abbordaggio della Guardia costiera libica. Ci sono delle immagini che sono state girate dalla Marina militare italiana. Sul molo del porto di Mazara è già arrivato il figlio Alessandro e altri pescatori della Marineria di Mazara.

Ci sono anche i Carabinieri del Nucleo Sis, le Sezioni investigazioni scientifiche, al porto. I Carabinieri faranno i rilievi a bordo del peschereccio. Intanto Giacalone è stato sottoposto a interrogatorio in Capitaneria di porto di Mazara del Vallo.

"La Guardia costiera libica ci voleva sequestrare poi non so chi è intervenuto da Roma e poi si è trovata la soluzione", ha raccontato Girolamo Giacalone, timoniere dell'Aliseo, parlando con i giornalisti al porto di Mazara del Vallo. "Eravamo in navigazione verso la Grecia, perché l'elicottero della Marina ci aveva invitato a spostarci", dice. "Poi, dopo un'oretta ci siamo trovati la motovedetta libica che ci inseguiva. I primi colpi erano a salve, ma poi hanno iniziato a colpire i vetri e abbiamo fermato le macchine anche perché il comandante è rimasto ferito". E' sempre lui a spiegare che i libici avrebbero sparato "almeno 100 colpi". "Io facevo sali e scendi per aiutare il comandante, hanno sparato ovunque, i proiettili hanno perforato le lamiere, se fossimo passati da lì saremmo morti. E' stato un miracolo che oggi siamo tutti vivi".

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