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Papa alla Veglia di Pasqua: "In mesi bui di pandemia non perdere la speranza"

Bergoglio presiede nella Basilica di San Pietro la celebrazione anticipata nel rispetto del coprifuoco imposto dalle norme anti Covid

(Afp)
(Afp)
03 aprile 2021 | 20.05
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"In questi mesi bui di pandemia sentiamo il Signore risorto che ci invita a ricominciare, a non perdere mai la speranza". Il Papa presiede la Veglia di Pasqua nella Basilica di San Pietro. Una celebrazione anticipata nel rispetto del coprifuoco imposto dalle norme anti Covid.

Bergoglio parte dal racconto delle donne davanti al Sepolcro: "Pensavano di trovare la salma da ungere, invece hanno trovato una tomba vuota. Erano andate a piangere un morto, invece hanno ascoltato un annuncio di vita. Per questo, dice il Vangelo, quelle donne ‘erano piene di spavento e di stupore’".

"Stupore: - ripete Bergoglio - in questo caso è un timore misto a gioia, che sorprende il loro cuore nel vedere la grande pietra del sepolcro rotolata via e dentro un giovane con una veste bianca. E la meraviglia di ascoltare quelle parole: ‘Non abbiate paura! Voi cercate Gesù Nazareno, il crocifisso. E risorto’. E poi quell’invito: ‘Egli vi precede in Galilea, là lo vedrete’. Accogliamo anche noi questo invito, l’invito di Pasqua: andiamo in Galilea dove il Signore Risorto ci precede".

Bergoglio si rivolge ai fedeli: "Ma cosa significa andare in Galilea? Significa anzitutto, ricominciare. Per i discepoli è ritornare nel luogo dove per la prima volta il Signore li ha cercati e li ha chiamati a seguirlo. E il luogo del primo incontro e del primo amore. Da quel momento, lasciate le reti, essi hanno seguito Gesù, ascoltando la sua predicazione e assistendo ai prodigi che compiva. Eppure, pur stando sempre con Lui, non lo hanno compreso fino in fondo, spesso hanno frainteso le sue parole e davanti alla croce sono scappati, lasciandolo solo. Malgrado questo fallimento, il Signore Risorto si presenta come Colui che, ancora una volta, li precede in Galilea; li precede, cioè sta davanti a loro. Li chiama e li richiama a seguirlo, senza mai stancarsi. Il Risorto sta dicendo loro: ‘Ripartiamo da dove abbiamo iniziato. Ricominciamo. Vi voglio nuovamente con me, nonostante e oltre tutti i fallimenti’".

Bergoglio consegna ai fedeli il primo annuncio di Pasqua: "In questa Galilea impariamo lo stupore dell’amore infinito del Signore, che traccia sentieri nuovi dentro le strade delle nostre sconfitte. Ecco il primo annuncio di Pasqua che vorrei consegnarvi: è possibile ricominciare sempre, perché c’è una vita nuova che Dio è capace di far ripartire in noi al di là di tutti i nostri fallimenti".

"Anche dalle macerie del nostro cuore - infonde speranza il Pontefice - Dio può costruire un’opera d’arte, anche dai frammenti rovinosi della nostra umanità Dio prepara una storia nuova. Egli ci precede sempre: nella croce della sofferenza, della desolazione e della morte, così come nella gloria di una vita che risorge, di una storia che cambia, di una speranza che rinasce".

Quindi il riferimento ai tempi bui a causa della pandemia nella quale per la seconda volta si celebra la Pasqua: "In questi mesi bui di pandemia sentiamo il Signore risorto che ci invita a ricominciare, a non perdere mai la speranza".

Poi il "secondo annuncio di Pasqua" che Bergoglio consegna ai fedeli. "Tanti - ammonisce Francesco - vivono la ‘fede dei ricordi‘, come se Gesù fosse un personaggio del passato, un amico di gioventù ormai lontano, un fatto accaduto tanto tempo fa, quando da bambino frequentavo il catechismo. Una fede fatta di abitudini, di cose del passato, di bei ricordi dell’infanzia, che non mi tocca più, non mi interpella più". Ma "la fede non è un repertorio del passato, Gesù non è un personaggio superato. Egli è vivo, qui e ora. Cammina con te ogni giorno, nella situazione che stai vivendo, nella prova che stai attraversando, nei sogni che ti porti dentro. Apre vie nuove dove ti sembra che non ci siano, ti spinge ad andare controcorrente rispetto al rimpianto e al ’già visto’. Anche se tutto ti sembra perduto, apriti con stupore alla sua novità: ti sorprenderà".

Il pensiero di Bergoglio va agli ‘scartati’, agli ultimi della terra: "Andare in Galilea significa, inoltre, andare ai confini. Perché la Galilea è il luogo più distante: in quella regione composita e variegata abitano quanti sono più lontani dalla purezza rituale di Gerusalemme. Eppure Gesù ha iniziato da lì la sua missione, rivolgendo l’annuncio a chi porta avanti con fatica la vita quotidiana, agli esclusi, ai fragili, ai poveri, per essere volto e presenza di Dio, che va a cercare senza stancarsi chi è scoraggiato o perduto, che si muove fino ai confini dell’esistenza perché ai suoi occhi nessuno è ultimo, nessuno escluso. Lì il Risorto chiede ai suoi di andare, anche oggi. E il luogo della vita quotidiana, sono le strade che percorriamo ogni giorno, sono gli angoli delle nostre città in cui il Signore ci precede e si rende presente, proprio nella vita di chi ci passa accanto e condivide con noi il tempo, la casa, il lavoro, le fatiche e le speranze".

Dio, dice Francesco, è nel volto degli ultimi: "In Galilea impariamo che possiamo trovare il Risorto nel volto dei fratelli, nell’entusiasmo di chi sogna e nella rassegnazione di chi è scoraggiato, nei sorrisi di chi gioisce e nelle lacrime di chi soffre, soprattutto nei poveri e in chi è messo ai margini. Ci stupiremo di come la grandezza di Dio si svela nella piccolezza, di come la sua bellezza splende nei semplici e nei poveri".

Ancora, superare le barriere, vincere i pregiudizi. Avvicinare chi ci è accanto. Bergoglio consegna ai fedeli il terzo annuncio di Pasqua: "Gesù, il Risorto, ci ama senza confini e visita ogni nostra situazione di vita. Egli ha piantato la sua presenza nel cuore del mondo e invita anche noi a superare le barriere, vincere i pregiudizi, avvicinare chi ci sta accanto ogni giorno, per riscoprire la grazia della quotidianità. Riconosciamolo presente nelle nostre Galilee, nella vita di tutti i giorni. Con Lui, la vita cambierà. Perché oltre tutte le sconfitte, il male e la violenza, oltre ogni sofferenza e oltre la morte, il Risorto vive e conduce la storia".

E’ il momento di aprire i cuori alla speranza. "Fratello, sorella, se in questa notte porti nel cuore un’ora buia - dice Francesco interpellando i fedeli uno ad uno - un giorno che non è ancora spuntato, una luce sepolta, un sogno infranto, apri il cuore con stupore all’annuncio della Pasqua: ‘Non avere paura, è risorto! Ti attende in Galilea’. Le tue attese non resteranno incompiute, le tue lacrime saranno asciugate, le tue paure saranno vinte dalla speranza. Perché il Signore ti precede, cammina davanti a te. E, con Lui, la vita ricomincia".

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