A Nocera Terinese, piccolo centro del tirreno catanzarese di poco meno di 5mila anime, il rito dei ‘Vattienti’, flagellanti che Venerdì e Sabato Santo si percuotono le gambe in segno di devozione alla “Madonna Addolorata”, è stato salvato in extremis. Inizialmente, infatti, la terna commissariale lo aveva vietato con un’ordinanza per ragioni igienico-sanitarie. Una decisione che ha subito scatenato le proteste della popolazione, decisa a salvaguardare il secolare rito. La sollevazione popolare, seguita da una raccolta di circa duemila firme, dall’interessamento di studiosi e dalle iniziative delle associazioni presenti sul territorio, hanno indotto i commissari prefettizi, dopo un incontro presso la Casa comunale con i rappresentanti dei ‘Vattienti’, della popolazione e delle associazioni, fra cui la Pro Loco, a raggiungere un ragionevole compromesso che permetterà, con una serie di prescrizioni volte alla salvaguardia della salute pubblica, lo svolgimento del tradizionale rito.
Torna, dunque, dopo tre anni di stop dovuto al Covid, una tradizione che ogni anno attira a Nocera Terinese migliaia di persone provenienti da tutto il mondo, studiosi e turisti, oltre che centinaia di noceresi che vivono da anni lontano. Il rito dei ‘Vattienti’, secondo gli studi più accreditati, risale al XVII sec. Circa un centinaio di uomini, nel corso della processione religiosa, escono per strada indossando maglia e pantaloncini neri e sul capo una corona di spine. Insieme al ‘Vattiente’ c’è l’Ecce Homo, generalmente un ragazzino con una corona di spine in testa e a lui legato con una cordicella e che rappresenta la figura di Cristo. Il ‘Vattiente’ si percuote cosce e polpacci con un ‘cardo’ e la ‘rosa’, due pezzi di sughero di forma circolare, nel primo dei quali sono conficcati 13 piccoli pezzi di vetro (che rappresentano Gesù e gli apostoli), fino a provocarsi la fuoriuscita di sangue.
I flagellanti vengono accompagnati da un amico o da un familiare che versa del vino sulle loro gambe sanguinanti per disinfettare le ferite ed evitare che le stesse si rimarginino. I ‘Vattienti’ si flagellano davanti alle chiese, di fronte casa degli amici, ma il momento clou è la flagellazione che avviene davanti alla statua della Madonna Addolorata portata in processione per le vie del paese. Al rientro, il ‘Vattiente’ si disinfetta le ferite con del rosmarino lasciato bollire con acqua. “I commissari sono stati estremamente disponibili a trovare un compromesso cha salvaguardasse un rito a cui la popolazione nocerese è legatissima”, spiega all’AdnKronos il presidente della Pro Loco locale, Franco Cristofaro. "Noi abbiamo dato la nostra disponibilità a cercare una mediazione che non stravolgesse la secolare tradizione e alla fine, grazie al buon senso di tutti, ci siamo riusciti. I ‘Vattienti’ si sono tutti impegnati a rispettare le regole che ci siamo dati”.