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Papa Francesco: "Anche io ho bisogno che Gesù mi accarezzi"

Il Pontefice nell'omelia della messa delle Palme presieduta oggi in piazza San Pietro dopo essere stato dimesso ieri dall'ospedale ricorda i "tanti 'cristi abbandonati' oggi: poveri, migranti, detenuti, bimbi non nati, anziani soli"

Afp
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02 aprile 2023 | 08.42
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"Oggi ci sono tanti 'cristi abbandonati'". E' il grido di dolore del Papa nella celebrazione delle Palme. Bergoglio presiede la messa all'indomani delle dimissioni dal Policlinico Gemelli. La sua voce è flebile. "Ci sono popoli interi sfruttati e lasciati a sé stessi; ci sono poveri che vivono agli incroci delle nostre strade e di cui non abbiamo il coraggio di incrociare lo sguardo; migranti che non sono più volti ma numeri; detenuti rifiutati, persone catalogate come problemi. Ma ci sono anche tanti cristi abbandonati invisibili, nascosti, che vengono scartati coi guanti bianchi: bambini non nati, anziani lasciati soli: possono essere madri, padri, nonni; ammalati non visitati, disabili ignorati, giovani che sentono un grande vuoto dentro senza che alcuno ascolti davvero il loro grido di dolore", denuncia Francesco nell'omelia.

Il suo pensiero va agli scartati: "Penso - dice a braccio - a quell'uomo di strada, un tedesco che una settimana fa morì sotto il colonnato, solo , abbandonato. Anche io ho bisogno che Gesù mi carezzi e per questo vado a trovarlo nei soli, negli abbandonati.

"Gesù abbandonato ci chiede di avere occhi e cuore per gli abbandonati. Per noi, discepoli dell’Abbandonato, nessuno può essere emarginato, nessuno può essere lasciato a sé stesso; perché, ricordiamolo, le persone rifiutate ed escluse - ricorda il Pontefice - sono icone viventi di Cristo, ci ricordano il suo amore folle, il suo abbandono che ci salva da ogni solitudine e desolazione. Chiediamo oggi questa grazia: di saper amare Gesù abbandonato e di saper amare Gesù in ogni abbandonato. Chiediamo la grazia di saper vedere e riconoscere il Signore che ancora grida in loro. Non permettiamo che la sua voce si perda nel silenzio assordante dell’indifferenza. Non siamo stati lasciati soli da Dio; prendiamoci cura di chi viene lasciato solo. Allora, soltanto allora, faremo nostri i desideri e i sentimenti di Colui che per noi 'svuotò se stesso'".

La speranza del Signore non delude - dice Francesco - : c'è sempre speranza anche quando "ci si vede sprofondati nell'abisso". "Fratelli, sorelle - osserva nell'omelia - oggi questo non è uno spettacolo. Ognuno si dica: 'Per me l'abbandono è il prezzo che il Signore ha pagato per me'. Si è fatto solidale con noi fino al punto estremo, per essere con noi fino in fondo. Perché nessuno di noi si possa pensare solo e irrecuperabile. Ha provato l’abbandono per non lasciarci ostaggi della desolazione e stare al nostro fianco per sempre". Con Bergoglio, sull'altare, c'è il cardinale argentino, Leonardo Sandri, che celebra.

"Fratello, sorella, - osserva Bergoglio - l’ha fatto per me, per te, perché quando io, tu o chiunque altro si vede con le spalle al muro, ed è brutto vedersi con le spalle al muro, perso in un vicolo cieco, sprofondato nell’abisso dell’abbandono, risucchiato nel vortice dei 'perché', ci sia speranza. Non è la fine, perché Gesù è stato lì e ora è con te: Lui, il Padre e lo Spirito hanno sofferto la lontananza dell’abbandono per accogliere nel loro amore ogni nostra distanza. Perché ciascuno di noi possa dire: nelle mie cadute, nella mia desolazione, quando mi sento tradito, scartato e abbandonato, Tu ci sei, Gesù; nei miei fallimenti sei con me; quando mi sento sbagliato e perso, quando non ce la faccio più, ci sei, sei con me; nei miei tanti capricci, nei 'perché' senza risposta sei con me".

"Fratelli e sorelle, un amore così, - sottolinea Francesco - tutto per noi, fino alla fine, può trasformare i nostri cuori di pietra in cuori di carne, capaci di pietà, di tenerezza, di compassione. Lo stile di Dio è questo. Cristo abbandonato ci smuove a cercarlo e ad amarlo negli abbandonati. Perché in loro non ci sono solo dei bisognosi, ma c’è Lui, Gesù abbandonato, Colui che ci ha salvati scendendo fino al fondo della nostra condizione umana".

Quindi al termine della celebrazione delle Palme il Papa, prima di guidare in piazza San Pietro la recita dell'Angelus ha ringraziato fedeli e pellegrini: "Vi ringrazio per la vostra partecipazione e anche per le vostre preghiere, che nei giorni scorsi avete intensificato. Grazie davvero!", ha detto Bergoglio che dopo l'Angelus ha salutato i cardinali che hanno concelebrato in piazza San Pietro la messa delle Palme, tra cui anche monsignor Georg Ganswein, prefetto della Casa Pontificia congelato nelle funzioni da tre anni e il cardinale Angelo Becciu, imputato nel processo in Vaticano legato allo scandalo finanziario per la compravendita del Palazzo di Londra.

Avvolto in un cappotto bianco, il Pontefice prima della messa ha raggiunto l'Obelisco in papamobile dove ha presieduto al rito della benedizione delle Palme davanti a più di sessantamila fedeli e pellegrini presenti in piazza.

Con la messa della Domenica delle Palme prendono il via i riti della Settimana santa, un vero tour de force per il Pontefice. Giovedì si entra nel vivo del Triduo Pasquale con la messa del Crisma, in Basilica Vaticana alle 9.30; quindi Bergoglio nel pomeriggio sarà nel carcere minorile di Casal del Marmo dove celebrerà, in forma privata, la Messa in Coena Domini con la consueta lavanda dei piedi.

Venerdì, dalle 21.15 al Colosseo presiederà la Via Crucis. Sabato la Veglia in Basilica dalle 19.30. E domenica di Pasqua la benedizione Urbi et Orbi.

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