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Migranti, Papa a Europa: "Vanno accolti, non respinti come in ping pong"

Francesco torna a chiedere "giustizia" per chi rischia la vita in mare: "Fenomeno va governato con responsabilità europea". L'Eliseo: "Non abbiamo nulla di che vergognarci"

Papa Francesco e  il presidente francese Emmanuel Macron - Afp
Papa Francesco e il presidente francese Emmanuel Macron - Afp
23 settembre 2023 | 11.54
LETTURA: 7 minuti

"Noi non possiamo mandare indietro i migranti come in un ping-pong". Lo ha sottolineato il Papa sul volo di ritorno da Marsiglia rispondendo a una domanda sul dramma dei migranti. Ha iniziato il pontificato a Lampedusa denunciando l’indifferenza. Dieci anni dopo chiede all’Europa di essere solidale. Da dieci anni rilancia lo stesso messaggio, vuol dire che ha fallito? “No. - la risposta del Papa- . Direi che la crescita della consapevolezza è andata lentamente. Oggi c’è coscienza del problema migratorio, arrivato come una patata bollente che non si sa come prendere. Angela Merkel ha detto una volta che si potrebbe risolvere andando in Africa e alzare il livello di vita dei popoli africani. Ci sono stati casi molto brutti, dove i migranti sono stati mandati indietro, come in un ping-pong, pur sapendo che tante volte finiscono nei lager, peggio di prima. Quelle persone soffrono perché è il regno del terrore. Sono schiavi. Noi non possiamo mandarli indietro come in un ping-pong. I migranti vanno accolti, protetti, promossi e integrati. Se tu non puoi integrarlo nel tuo Paese, accompagnalo nella sua terra, ma non lasciarlo nelle mani dei criminali crudeli, disgraziati criminali che fanno tanto male. Questo è il problema migrazioni”.

” Ci sono gruppi di persone che si dedicano a salvare vite in mare. Loro raccontano cose terribile. Ho invitato al Sinodo il capo della Ong Mediterranea, Luca Casarini. Da Lampedusa - ha spiegato - dieci anni fa le cose sono migliorate, allora non si avevano informazioni, non ci dicevano la verità, oggi c’è più coscienza, ne parlano tanti. Mi hanno detto: guarda quella donna, è un medico: andava tra i cadaveri per cercare il viso di sua figlia, perché non l’aveva trovata. Dobbiamo prendere a cuore queste situazioni. Ci farà più umani, più divini. Vorrei che fosse come un grido: stiamo attenti, facciamo qualcosa. Volevo anche dire che sono cinque i Paesi in difficoltà per l’arrivo di tanti migranti. In alcuni di questi ci sono luoghi, cittadine, vuoti: per favore che questi paesi facciano lo sforzo di integrare. Ne abbiamo bisogno. Le immigrazioni ben condotte sono una ricchezza”. Di Marsiglia, Bergoglio ha detto che “è una civiltà di tante culture, un porto di migranti. Marsiglia è una cultura di incontro. Convivono islamici, ebrei, cristiani. Si fa la convivenza. È una cultura dell’aiuto. È un mosaico creativo. Un porto che è un messaggio all’Europa. Marsiglia accoglie, ricetta e fa una sintesi, senza negare l’identità. Dobbiamo prendere spunto per altre parti “.

"I migranti vanno accolti, protetti, promossi e integrati. Se tu non puoi integrarlo nel tuo Paese, accompagnalo nella sua terra, ma non lasciarlo nelle mani dei criminali crudeli, disgraziati criminali che fanno tanto male. Questo è il problema migrazioni" ha detto il Papa. "Ci sono gruppi di persone che si dedicano a salvare vite in mare. Loro raccontano cose terribile. Ho invitato al Sinodo il capo della Ong Mediterranea, Luca Casarini. Da Lampedusa - ha spiegato - dieci anni fa le cose sono migliorate, allora non si avevano informazioni, non ci dicevano la verità, oggi c’è più coscienza, ne parlano tanti. Mi hanno detto: guarda quella donna, è un medico: andava tra i cadaveri per cercare il viso di sua figlia, perché non l’aveva trovata. Dobbiamo prendere a cuore queste situazioni. Ci farà più umani, più divini. Vorrei che fosse come un grido: stiamo attenti, facciamo qualcosa. Volevo anche dire che sono cinque i Paesi in difficoltà per l’arrivo di tanti migranti. In alcuni di questi ci sono luoghi, cittadine, vuoti: per favore che questi paesi facciano lo sforzo di integrare. Ne abbiamo bisogno. Le immigrazioni ben condotte sono una ricchezza”. Di Marsiglia, Bergoglio ha detto che “è una civiltà di tante culture, un porto di migranti. Marsiglia è una cultura di incontro. Convivono islamici, ebrei, cristiani. Si fa la convivenza. È una cultura dell’aiuto. È un mosaico creativo. Un porto che è un messaggio all’Europa. Marsiglia accoglie, ricetta e fa una sintesi, senza negare l’identità. Dobbiamo prendere spunto per altre parti".

"Il porto di Marsiglia è da secoli una porta spalancata sul mare, sulla Francia e sull’Europa. Da qui molti sono partiti per trovare lavoro e futuro all’estero, e da qui tanti hanno varcato la porta del continente con bagagli carichi di speranza. Marsiglia ha un grande porto ed è una grande porta, che non può essere chiusa. Vari porti mediterranei, invece, si sono chiusi. E due parole sono risuonate, alimentando le paure della gente: “invasione” ed “emergenza”. - dice il Pontefice eloquentemente- Ma chi rischia la vita in mare non invade, cerca accoglienza”.

"No a propagande allarmiste"

“Quanto all’emergenza - ha scandito Bergoglio - il fenomeno migratorio non è tanto un’urgenza momentanea, sempre buona per far divampare propagande allarmiste, ma un dato di fatto dei nostri tempi, un processo che coinvolge attorno al Mediterraneo tre continenti e che va governato con sapiente lungimiranza: con una responsabilità europea in grado di fronteggiare le obiettive difficoltà”.

"Il Mediterraneo grida giustizia"

“Il mare nostrum - dice Francesco - grida giustizia, con le sue sponde che da un lato trasudano opulenza, consumismo e spreco, mentre dall’altro vi sono povertà e precarietà. Anche qui il Mediterraneo rispecchia il mondo, con il Sud che si volge al Nord, con tanti Paesi in via di sviluppo, afflitti da instabilità, regimi, guerre e desertificazione, che guardano a quelli benestanti, in un mondo globalizzato nel quale tutti siamo connessi ma i divari non sono mai stati così profondi”. Eppure, osserva ricordando gli interventi dei predecessori, “ questa situazione non è una novità degli ultimi anni, e non è questo Papa venuto dall’altra parte del mondo il primo ad avvertirla con urgenza e preoccupazione. La Chiesa ne parla con toni accorati da più di cinquant’anni”.

"Prevenire naufragio di civiltà"

"Sono sotto gli occhi di tutti - ammette il Pontefice - le difficoltà nell’accogliere, proteggere, promuovere e integrare persone non attese, però il criterio principale non può essere il mantenimento del proprio benessere, bensì la salvaguardia della dignità umana. Coloro che si rifugiano da noi - sottolinea Bergoglio - non vanno visti come un peso da portare: se li consideriamo fratelli, ci appariranno soprattutto come doni”, dice il Papa ricordando che domani si celebrerà la Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato. Da qui il monito: “Lasciamoci toccare dalla storia di tanti nostri fratelli e sorelle in difficoltà, che hanno il diritto sia di emigrare sia di non emigrare, e non chiudiamoci nell’indifferenza. La storia ci interpella a un sussulto di coscienza per prevenire un naufragio di civiltà. Il futuro, infatti, non sarà nella chiusura, che è un ritorno al passato, un’inversione di marcia nel cammino della storia”.

"Il futuro sarà insieme o non sarà"

“Contro la terribile piaga dello sfruttamento di esseri umani, la soluzione non è respingere - ammonisce il Papa - ma assicurare, secondo le possibilità di ciascuno, un ampio numero di ingressi legali e regolari, sostenibili grazie a un’accoglienza equa da parte del continente europeo, nel contesto di una collaborazione con i Paesi d’origine. Dire 'basta', invece - scandisce - è chiudere gli occhi; tentare ora di “salvare sé stessi” si tramuterà in tragedia domani, quando le future generazioni ci ringrazieranno se avremo saputo creare le condizioni per un’imprescindibile integrazione, mentre ci incolperanno se avremo favorito soltanto sterili assimilazioni. L’integrazione è faticosa, - riconosce - ma lungimirante: prepara il futuro che, volenti o nolenti, sarà insieme o non sarà; l’assimilazione, che non tiene conto delle differenze e resta rigida nei propri paradigmi, fa invece prevalere l’idea sulla realtà e compromette l’avvenire, aumentando le distanze e provocando la ghettizzazione, che fa divampare ostilità e insofferenze".

"Abbiamo bisogno di fraternità come del pane"

"Abbiamo bisogno di fraternità come del pane. - dice il Pontefice- La stessa parola 'fratello', nella sua derivazione indoeuropea, rivela una radice legata alla nutrizione e al sostentamento. Sosterremo noi stessi solo nutrendo di speranza i più deboli, accogliendoli come fratelli", conclude il Pontefice.

Eliseo su migranti: "La Francia non ha nulla di cui vergognarsi"

''La Francia non ha nulla di cui vergognarsi'' sulla gestione dei migranti. Lo ha affermato l'Eliseo in una nota riferendosi all'incontro privato che il presidente francese Emanuel Macron ha avuto a Marsiglia con Papa Francesco. La Francia, ha proseguito l'Eliseo, ''è un Paese di accoglienza e di integrazione''.

 

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