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Morte Desiree Mariottini, condanne ridotte in Appello bis

Al processo di Appello bis si è arrivati dopo che lo scorso 20 ottobre la Cassazione aveva fatto cadere alcune delle accuse nei confronti degli imputati

(Fotogramma)
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29 maggio 2024 | 18.15
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Condanne ridotte nel processo di Appello bis per l’omicidio di Desiree Mariottini, la sedicenne trovata senza vita il 19 ottobre del 2018, dopo essere stata abusata in un immobile abbandonato di via dei Lucani nel quartiere San Lorenzo a Roma. I giudici della Corte di Assise d’Appello di Roma hanno condannato a 22 anni Mamadou Gara e a 18 e 26 anni Brian Minthe e Alinno Chima, con accuse a vario titolo di omicidio, violenza sessuale e spaccio. La procura generale aveva chiesto la conferma dell’ergastolo, con isolamento diurno per un anno, nei confronti di Gara, e delle condanne a 24 e 27 anni per Minthe e Chima. Al processo di Appello bis si è arrivati dopo che lo scorso 20 ottobre la Cassazione aveva fatto cadere alcune delle accuse nei confronti degli imputati. Per un quarto imputato, Yousef Salia, è già definitiva la condanna all’ergastolo.

I giudici della seconda sezione della Corte di Assise di Appello di Roma con la sentenza di oggi hanno riqualificato l’accusa per Gara da omicidio volontario in morte come conseguenza di altro reato.

“Avrei preferito condanne più elevate ma è importante che sia stata comunque riconosciuta la responsabilità penale di tutti gli imputati”. Così Barbara Mariottini, mamma di Desiree, tramite il legale della famiglia, l’avvocato Maria Teresa Cioffi, dopo la sentenza a Roma.

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