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Migranti, in 3 si gettano in mare da nave Msf

La Commissione Ue: "Soccorso è obbligo giuridico, minimizzare permanenza a bordo". Da Ong Humanity ricorso al Tar contro sbarco selettivo

Migranti, in 3 si gettano in mare da nave Msf
07 novembre 2022 | 09.56
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Tre migranti che si trovavano a bordo dalla nave Geo Barents di Medici Senza Frontiere, si sono gettati in acqua nel porto di Catania. Fanno parte del gruppo di 214 persone, a cui ieri non è stato concesso lo sbarco perché ritenuti non vulnerabili. I tre migranti sono stati recuperati e ora si trovano sulla banchina del porto.

La situazione tra le persone obbligate a restare a bordo diventa di ora in ora più difficile. "Abbiamo riscontrato non solo attacchi di panico ma anche infezioni cutanee abbastanza gravi - riferisce Riccardo Gatti, responsabile operazioni di ricerca e soccorso di Medici Senza Frontiere -, perciò la situazione a livello di vulnerabilità medico-psicologica e ancora aperta, così come quindi noi consideriamo ancora aperta l'operazione di soccorso, che si deve concludere con lo sbarco delle persone il prima possibile, secondo gli obblighi internazionali", insiste Gatti. "Stiamo valutando - aggiunge - come procedere anche a livello legale. Abbiamo ricevuto il decreto interministeriale, il nostro team legale sta lavorando per riscontrare illegalità nelle azioni messe in atto dalle autorità ma anche come procedere secondo una difesa determinata dalla situazione in cui ci troviamo".

La Geo Barents così come la Humanity 1, ancora rispettivamente con 214 e 35 profughi a bordo dopo gli sbarchi selettivi di ieri, restano in porto. "Nel provvedimento in cui si dice al comandante della nave di lasciare il porto di Catania con i 35 migranti rimasti a bordo non c'è una scadenza, un termine temporale", sottolineato ambienti vicini ai legali della Humanity 1.

"Sos Humanity chiede lo sbarco immediato dei restanti 35 sopravvissuti a bordo di Humanity 1 e sta intraprendendo un'azione legale contro l'ultimo decreto del governo italiano". E lo sbarco selettivo dei migranti finisce davanti al Tribunale amministrativo regionale. Oggi la ong tedesca Sos Humanity presenterà ricorso al Tar del Lazio contro il decreto del governo italiano che impedisce ai migranti rimasti a bordo della nave di sbarcare a terra.

Non solo. L'ong ha fatto sapere che avvierà un procedimento urgente al Tribunale di Catania per "garantire" il diritto dei migranti di ottenere la protezione umanitaria.

Intanto dalla Ue arriva un monito. "In linea con il diritto internazionale dovrebbe essere fatto ogni sforzo per minimizzare il tempo di permanenza delle persone a bordo delle navi e l'individuazione di un porto sicuro dovrebbe tenere conto anche dei casi particolari". Lo dice la portavoce della Commissione Ue per gli Affari Interni Anitta Hipper, durante il briefing con la stampa a Bruxelles.

La Commissione Europea "accoglie con favore" il fatto che circa "500 migranti sono stati sbarcati" dalle navi appartenenti a diverse Ong sulle coste italiane. "Ogni caso è diverso, ma qui il dovere e la competenza sono degli Stati membri: incoraggiamo tutti gli Stati a salvare vite e a rispettare i loro obblighi giuridici", sottolinea Hipper.

L'esecutivo Ue "non è responsabile del coordinamento" delle operazioni, ma ricorda che "c'è un obbligo giuridico e morale di salvare vite in mare" e che "c'è un obbligo giuridico per gli Stati membri di farlo a prescindere dalle circostanze che hanno portato le persone a trovarsi in difficoltà".

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