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Migranti, naufragio al largo di Lampedusa: morte 7 donne, bimbi dispersi

Una delle vittime era incinta, altre due donne in gravissime condizioni. Procura di Agrigento apre inchiesta

(Afp)
(Afp)
30 giugno 2021 | 08.32
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Naufragio all'alba nelle acque tra Lampione e Lampedusa. I corpi finora recuperati dalla Guardia costiera sono sette, tutte donne, una delle quali era incinta. Si cercano dispersi, almeno otto, secondo le testimonianze raccolte finora. Per la maggior parte sarebbero bimbi, almeno 5 stando ai racconti dei 46 sopravvissuti ancora in stato di choc. Due dei superstiti, secondo quanto apprende l'Adnkronos, sarebbero in gravissime condizioni. Si tratta di due donne, una delle quali con un edema polmonare acuto è stata intubata. Entrambe sono state trasferite in elisoccorso a Palermo.

Intanto proseguono le ricerche in mare con le motovedette della Guardia costiera, della Guardia di finanza e dei carabinieri.

Il barcone naufragato era partito dalla Tunisia. E' quanto emerge da una prima ricostruzione della tragedia. La Procura di Agrigento, guidata da Luigi Patronaggio, ha aperto un fascicolo, per ora contro ignoti, per naufragio e favoreggiamento dell'immigrazione clandestina. Si sta indagando per individuare gli scafisti e, come apprende l'Adnkronos, si cercano anche i basisti in Tunisia.

Le sette donne vittime erano tutte subsahariane, stando a quanto emerge dalle testimonianze dei superstiti del naufragio. Molti migranti che si trovavano a bordo della imbarcazione naufragata all'alba di oggi "alla vista delle motovedette della Guardia costiera, si sono spostati su un lato della barca e si sono sbilanciati", così "in molti sono finiti in mare perché hanno perso l'equilibrio" ha detto all'Adnkronos il procuratore Patronaggio.

"Questa ennesima tragedia nel Mediterraneo è straziante, cosa altro deve accadere per far capire all'Italia ed all'Europa che così non si può andare avanti" ha detto il sindaco di Lampedusa, Salvatore Martello. "Chiedo un incontro al presidente Draghi - ha aggiunto - non si può continuare con la logica di una continua emergenza: bisogna affrontare l'intero fenomeno dei flussi migratori con un approccio differente, libero dalle speculazioni della contrapposizione politica e incentrato sulla vera tutela dei diritti umani. E bisogna farlo subito perché mentre la politica continua a discutere, la gente muore in mare".

"Sempre la stessa storia. Sempre nello stesso periodo. Adesso c'è questa nuova tragedia, ci stracceremo le vesti e ci sarà una pioggia di indignazione. Qualche giorno e poi torneremo alle solite cose, ai soliti discorsi. La verità è che la questione immigrazione è una bomba umanitaria che colpevolmente si sottovaluta e non penso ci voglia grande intelligenza per comprendere che questo è un fenomeno che deve essere affrontato ai massimi livelli con serietà e decisione" ha dichiarato all'Adnkronos il sindaco di Pozzallo (Ragusa) Roberto Ammatuna. Una storia che purtroppo la Sicilia vede ripetersi di continuo. "Fa rabbia perché parliamo di esseri umani, di donne, bambini - ha continuato Ammatuna - I numeri degli sbarchi sarebbero numeri ridicoli per Paesi come l'Italia o per l'Europa se solo il tema immigrazione fosse affrontato davvero e con fermezza. Abbiamo assistito da poco all'ultimo summit europeo che si è concluso allo stesso modo di sempre: con un rinvio". Una politica "ferma" è l'accusa del primo cittadino di Pozzallo. "Avevo tanta fiducia in Draghi - ha detto il sindaco - E' vero che è premier da poco tempo ma non mi sembra che neanche lui abbia ottenuto grandi risultati".

A Lampedusa ci sono stati altri sbarchi. Un barcone con 101 migranti a bordo è stato intercettato dagli uomini della Guardia di finanza al largo della più grande delle Pelagie. Altri 6 migranti, invece, sono riusciti a raggiungere autonomamente l’isola e sono in corso le ricerche da parte dei carabinieri sulla terraferma per rintracciarli. Ancora prima erano sbarcate 126 persone, tra cui 6 donne e 4 bambini, soccorse dalla Capitaneria di porto, così come altri 26 migranti.

Il dispositivo aeronavale della Guardia di Finanza ha intercettato anche al largo delle coste joniche calabresi due imbarcazioni a vela con a bordo 179 migranti: 80 sulla prima (fra cui tre donne e decine di minori) e 99 sulla seconda (fra cui sei donne e tre minori). Le due imbarcazioni, intercettate ieri pomeriggio, erano dirette verso le coste di Crotone. La Guardia di Finanza ha fermato anche i due presunti scafisti, entrambi di nazionalità ucraina. Le due barche a vela sono state scortate fino al porto di Crotone dopo che la GdF ne ha preso il controllo. I migranti a bordo sono di nazionalità iraniana, irachena, egiziana, siriana, marocchina e afghana.

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