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Messina Denaro, arrestata Martina Gentile: è la figlia di Laura Bonafede, amica intima boss

E' accusata di favoreggiamento e procurata inosservanza di pena aggravati dalle modalità mafiose. Gip: "Ha svolto la funzione di postina per il boss, nel covo le impronte della donna"

L'ispezione dei carabinieri
L'ispezione dei carabinieri
05 dicembre 2023 | 11.36
LETTURA: 2 minuti

Arrestata all'alba di oggi Martina Gentile, la figlia di Laura Bonafede, l'amica intima del boss Matteo Messina Denaro. La giovane, accusata di favoreggiamento e procurata inosservanza di pena aggravati dalle modalità mafiose. Di lei il boss mafioso, quando era latitante, diceva: "E’ come se fosse mia figlia, ha molto di me perché l’ho insegnata io, se vedessi il suo comportamento ti sembrerei io al femminile”. "L'operazione - dice il Ros dei Carabinieri - costituisce la prosecuzione dell'indagine che lo scorso 16 gennaio ha permesso al Ros di catturare a Palermo l'allora latitante Matteo Messina Denaro". Lo scorso 13 aprile era stata arrestata anche Laura Bonafede, madre di Martina Gentile, per la stessa accusa.

Martina Gentile - alla quale il giudice ha concesso i domiciliari - avrebbe consegnato dei 'pizzini' per il boss mafioso con la figlia (che ora ha 3 anni) nel passeggino, secondo quanto emerge dall'inchiesta. Gli investigatori stanno cercando di scoprire a chi fossero diretti. La donna è stata arrestata dai Carabinieri a Pantelleria, dove insegnava in una scuola come supplente in una scuola.

Le impronte della giovane sono state trovate dai carabinieri del Ros nel covo del capomafia arrestato il 16 gennaio del 2023. E' quanto emerge dall'ordinanza di custodia cautelare del gip. "Gli accertamenti tecnici svolti dal Ris dei Carabinieri - si legge nella misura - hanno evidenziato la presenza di due impronte papillari riconducibili a Martina Gentile su un dvd che custodiva il latitante e che conteneva la registrazione di un film". Per il gip Alfredo Montalto "si tratta di un ulteriore elemento di prova perfettamente coerente con il quadro fin qui rassegnato e dunque significativo di un rapporto tra la giovane donna e il latitante che si arricchiva anche di un'assistenza concreta alle esigenze di quest'ultimo, anche sotto forma di ausilio alla coltivazione di hobby o più semplicemente di assistenza volta a rendere meno gravoso lo stato di clandestinità".

Secondo la Dda di Palermo la donna "è stata uno degli ingranaggi indispensabili del sistema di comunicazione ingegnato dal latitante", "grazie al quale questi ha anche potuto mantenere la indispensabile sponda di Laura Bonafede nella condivisione e gestione delle strategie mafiose sul territorio di Campobello di Mazara".

Martina Gentile "aderiva pienamente agli ideali mafiosi già ereditati dal nonno e attuati dal padre", entrambi in carcere per associazione mafiosa, scrive ancora il gip. Conosceva "tutti i meccanismi di controspionaggio del boss Matteo Messina Denaro". "Martina Gentile può vantare un tale patrimonio di conoscenze", dice il gip, "e sulla sua rete di coperture, tanto da porla strategicamente al centro, accanto alla madre, del suo sistema di assistenza e protezione del latitante e, in tal modo, in grado di condizionarlo, inquinarlo o comunque renderlo ancora oscuro nelle molte parti ancora non svelate".

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