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Mascherine all'aperto per Natale, sindaci chiedono obbligo: esperti divisi

Ricciardi: "Giusta richiesta sindaci". Andreoni: "Con variante Omicron non si scherza". Bassetti: "No a obbligo, ennesima vessazione"

(Fotogramma/Ipa)
(Fotogramma/Ipa)
30 novembre 2021 | 14.13
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Sindaci in pressing per l'obbligo delle mascherine all'aperto in vista del Natale, per evitare un picco di contagi in prossimità delle feste. Molte città hanno già adottato la misura ma la richiesta è di un provvedimento nazionale. "Stiamo facendo una riflessione, ma in caso di assembramento all'aperto è già previsto l'obbligo di indossare la mascherina e quindi è ragionevole pensare che durante i giorni dello shopping natalizio con gli inevitabili assembramenti possa scattare l'obbligo. Sulle richieste del territorio stiamo facendo una riflessione" dice il sottosegretario alla Salute Andrea Costa ospite di 'Radio Anch'io' su Rai Radio 1.

 Sulla questione gli esperti sono divisi. Per Walter Ricciardi, consigliere per la pandemia del ministro della Salute Roberto Speranza e docente di Igiene all'università Cattolica di Roma, "quella dei sindaci è una richiesta razionale, di fatto in questo modo si può evitare che, come spesso succede, passeggiando per strada o mentre si fa shopping si può venire in contatto e, se si è senza mascherina, con questa variante c'è un alto rischio di contagio". "Indossarla invece ci può proteggere da un incremento troppo alto dei contagi che poi pressano i pronto soccorso degli ospedali" afferma Ricciardi ospite di 'Agorà' su RaiTre.

"Assolutamente d'accordo con la richiesta dei sindaci" Massimo Andreoni, primario di infettivologia al Policlinico Tor Vergata di Roma e direttore scientifico della Società italiana di malattie infettive e tropicali (Simit), per il quale "serve subito rimettere l'obbligo della mascherina all'aperto per cercare di ridurre al massimo il rischio di contagi. Con le varianti e soprattutto con Omicron non si scherza - sottolinea all'Adnkronos Salute - Il dispositivo può aiutarci come ha già fatto".

Per il virologo Fabrizio Pregliasco, "reintrodurre l'obbligo di mascherina all'aperto ovunque è un modo per rilanciare in modo simbolico importante quella che è la problematica del rischio e l'incremento dei contagi da Covid-19". L'uso della mascherina "ha sicuramente una sua validità seppur sappiamo che negli ambienti aperti - ricorda l'esperto - il rischio è minore però se sei in una zona dello shopping e tu entri, esci, attendi, la durata dei contatti può essere elevata e secondo me - ribadisce - è un elemento che richiama l'attenzione sullo stato attuale della situazione e sui comportamenti da tenere".

Per Matteo Bassetti, primario del reparto di malattie infettive dell'ospedale San Martino di Genova, "l'obbligo della mascherina all'aperto tout court per tutti con multe da 400 a 3mila euro è una cosa anacronistica. Non sono d'accordo su questa misura, ennesima contrapposizione e atteggiamento di essere forti con i deboli e deboli con i forti - commenta all'Adnkronos Salute - Vessazione nei confronti di chi non si merita tutto questo".

"In queste settimane non abbiamo controllato nessuno di quelli che avevano un Green pass prestato e che andavano al cinema o al teatro - rimarca Bassetti - Invece, ora se uno va a farsi una passeggiata per fatti suoi e trova il poliziotto rigido si prende una multa da 3mila euro se è senza mascherina. Così sono misure che non aiutano le persone a capire, mentre invece bisogna raccomandare le mascherine se ci sono assembramenti anche all'aperto. Le multe da migliaia di euro sono sbagliate. Si deve lavorare per far capire che la mascherina serve ma un conto è dire che per legge te la devi mettere e far passare il messaggio che salva la vita: è il vaccino che salva la vita. E i sindaci non mi sembra che abbiano lavorato su questo fronte".

"Noi medici curiamo i pazienti, suggeriamo le cure appropriate e seguiamo la scienza ma di certo non facciamo gli amministratori pubblici. Comprendo la preoccupazione dei sindaci di veder svuotati i centri storici di molte città d'arte durante le festività natalizie, ma non è andando in giro con la mascherina che risolviamo il problema, altrimenti lo avremmo già risolto - dice all'Adnkronos Salute l'immunologo Mauro Minelli, responsabile per il Sud-Italia della Fondazione per la Medicina personalizzata - Suggerisco ad ogni sindaco, in qualità di massima autorità sanitaria sul territorio, di attivare strumenti, occasioni e facilitazioni per promuovere la vaccinazione su scala vastissima, mettendoci la faccia con campagne di sensibilizzazione e informazione. Noi medici siamo a disposizione su questo".

"Ovviamente nulla da obiettare sull’uso di mascherine e altri dispositivi di protezione - prosegue l'immunologo - Ma non facciamone un mantra, tanto più negli spazi aperti dove abbiamo già definito remoto il rischio contagio. Continuiamo dunque a mantenere immodificate le già note misure di prevenzione ordinaria che prevedono oltre all’uso delle mascherine soprattutto in ambienti confinati, il divieto di assembramento, la detersione frequente delle mani, ma principalmente concentriamoci sul rafforzamento del Green pass e sull’accelerazione da imprimere alle terze dosi e alle vaccinazioni dai 5 anni in su. Senza tentennamenti ed evitando il ricorso a soluzioni non risolutive".

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