Oltre 200mila 'nuovi' cittadini lombardi e 98mila nuovi veneti. Per non parlare dei 95mila in Emilia Romagna, degli 80mila nel Lazio e dei 72mila in Piemonte. Sono questi i numeri dei potenziali 'nuovi' italiani, che, se passasse la riforma sullo Ius Soli, otterrebbero il passaporto italiano. Un totale di 800mila potenziali beneficiari immediati (circa il 74% dei minori stranieri su tutto il territorio) e 58 mila nuovi potenziali beneficiari ogni anno, stando ai dati snocciolati dalla Fondazione Leone Moressa, che in un recente studio ha 'mappato' i cittadini stranieri che, con la riforma attualmente ferma al Senato, beneficerebbero della cittadinanza italiana.
Già approvata alla Camera nel settembre 2015, la riforma in realtà non introdurrebbe lo ius soli per la prima volta, ma ne modificherebbe le procedure. Lo ius soli infatti esiste già in Italia, ma attualmente scatta (o meglio, può essere richiesto) solo al compimento del 18esimo anno di età. Oltre al dato complessivo la Fondazione Leone Moressa, analizza la situazione a livello regionale. La Lombardia è la regione con la quota più alta di potenziali beneficiari (205 mila immediati + 14.800 ogni anno). Significativa la quota anche per Veneto ed Emilia Romagna (entrambe sopra 90 mila). Più modesta la presenza al Sud e nelle piccole regioni.
BENEFICIARI CON IUS SOLI TEMPERATO - Con l'introduzione dello ius soli temperato, potrebbero acquisire la cittadinanza italiana i figli di immigrati nati in Italia dal 1999 a oggi (ancora minorenni) i cui genitori sono in possesso del Permesso Ue per soggiornanti di lungo periodo (cittadini extra Ue) o del 'diritto di soggiorno permanente' (cittadini Ue). I nati stranieri negli ultimi 17 anni sono quasi un milione, e secondo una recente indagine Istat, circa il 65% delle madri straniere risiede nel nostro paese da più di cinque anni. Riportando questa percentuale e ipotizzando che nessuno di questi abbia lasciato l'Italia, si stima che i nati stranieri figli di genitori residenti da almeno 5 anni siano 635 mila.
BENEFICIARI CON IUS CULTURAE - Per calcolare gli alunni stranieri nati all'estero, che hanno frequentato la scuola in Italia per almeno 5 anni, il dato di partenza è fornito dal Miur: nel 2015/2016 gli alunni stranieri nati all'estero erano il 58,7% degli alunni stranieri complessivi, ossia 478 mila alunni. Escludendo gli iscritti alla scuola dell'infanzia e ai primi due anni della primaria (che sicuramente non hanno completato 5 anni di scuola in Italia) e gli iscritti all'ultimo anno di scuole superiori (in quanto maggiorenni), si può stimare che tra gli alunni restanti il 66,6% sia in Italia da 5 anni (riprendendo la percentuale di immigrati di lungo periodo riportata dal censimento 2011), arrivando a stimare 166 mila alunni nati all'estero che abbiano già completato 5 anni di scuola in Italia.
BENEFICIARI FUTURI - Considerando che i nati stranieri in Italia negli ultimi anni si sono attestati tra i 70 e gli 80 mila, si può prevedere il numero di beneficiari dei prossimi anni. Mantenendo fissa la stima dei nati da genitori residenti da oltre 5 anni (65%), è possibile calcolare una quota di 45-50 mila potenziali nuovi italiani ogni anno per ius soli. Inoltre, vanno aggiunti gli alunni nati all'estero che hanno frequentato la scuola dell'infanzia in Italia e in questo momento frequentano la prima e seconda classe della scuola primaria e che, nel giro dei prossimi due anni, avranno completato un quinquennio. Pertanto, si può ipotizzare che nei prossimi anni avranno diritto allo ius culturae dai 10 ai 12 mila bambini, dato peraltro in calo visto l'aumento dell'incidenza dei nati in Italia.