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Covid

Green pass per locali, treni, cinema: stretta anche in Italia?

Dopo la decisione della Francia, il dibattito approda anche nel nostro Paese tra favorevoli e contrari

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14 luglio 2021 | 08.00
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Green pass covid obbligatorio per entrare in ristoranti, cinema o teatri, ma anche per prendere il treno o, più in generale, in tutti gli eventi o luoghi in cui sono riunite più di 50 persone. La Francia annuncia nuove misure e restrizioni contro la variante Delta del coronavirus dal 21 luglio e anche in Italia si accende il dibattito tra favorevoli e contrari.

L'idea, ad esempio, piace al commissario straordinario per l'emergenza Covid, generale Francesco Paolo Figliuolo: "Concordo con Macron sul fatto che la vaccinazione è una delle chiavi per il ritorno alla normalità. Per convincere gli ultimi irriducibili utilizzare il green pass per questo tipo di eventi potrebbe essere una buona soluzione. Potrebbe essere anche una spinta per la vaccinazione", aveva spiegato lunedì al Tg2 Post su RaiDue.

E il 'modello Macron' è condiviso anche dal sottosegretario alla Salute Pierpaolo Sileri: "E' sicuramente una scelta giusta. Dovremmo farlo anche in Italia, non chieda a me perché ancora non siamo partiti, io a Speranza l'ho detto tante volte. Pensiamo alle discoteche: se concedessimo ai locali di aprire per i clienti con il Green pass, vedrà che avremmo la corsa di chi ha tra i 18 e i 40 anni a vaccinarsi", ha spiegato oggi in un'intervista a 'Il Messaggero'.

Favorevole anche il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti: "Sul green pass sono d’accordo con la Francia! Da governatore, come potrei spiegare ai cittadini che si sono vaccinati che potrebbero dover di nuovo limitare le loro libertà, nonostante tanti sacrifici, per colpa di chi non si è voluto proteggere? Io mi sono vaccinato. Come me milioni di persone lo hanno fatto per senso civico, per la propria salute e quella degli altri. Non è un obbligo ma credo sia giusto, come ha scelto la Francia, impedire l’accesso a bar, ristoranti, cinema e tante altre attività a chi non ha il green pass o almeno il tampone fatto nelle ore precedenti. Perché queste libertà le abbiamo riconquistate soprattutto grazie a chi quel vaccino l’ha fatto. E non merita oggi di doverci rinunciare per colpa di chi è rimasto a guardare... e spesso a criticare”, ha scritto ieri su Facebook.

Fuori dal coro il leader leghista Matteo Salvini: "Vaccino, tampone o Green Pass per entrare in bar e ristoranti? Non scherziamo", il post su Twitter.

"Con il Green pass per entrare in bar e ristoranti di fatto il vaccino diventa obbligatorio. Macron faceva prima a dire appunto che il vaccino è obbligatorio ", sottolinea oggi il presidente del Veneto Luca Zaia nel corso del punto stampa. Il governatore del Veneto ha quindi spiegato che "devono essere iniziative valutate con serietà e soprattutto coordinate". "Su questo - ha spiegato Zaia - serve un 'soft landing'. Ci sono vari scenari: c'è il tema della privacy, non irrilevante. Noi siamo stati bacchettati dal garante per il Green pass negli ospedali", ha ricordato. E soprattutto "nel momento in cui introduci una misura del genere devi garantire a tutti i vaccini, e non mi sembra che in questo momento ci sia tutta questa disponibilità. E' una partita da mettere in mano al Cts.". Così per Zaia "il dibattito sarà inevitabile a ottobre, tra vaccinati e non vaccinati, su cui le autorità scientifiche dovranno esprimersi".

"Per quanto riguarda l'obbligatorietà del Green pass, un conto è se parliamo di discoteche o stadi ma per i ristoranti e i bar è eccessivo anche perché si introdurrebbe un elemento economico: pensiamo alla famiglia che va a mangiare una pizza e li costringiamo a pagarsi il tampone. Io credo che su questo sarei cauto", ha spiegato il sottosegretario alla Salute Andrea Costa ospite stamani di 'Radio Anch'io' su Rai Radio 1. Quali sarebbero quindi gli usi del green pass? "Lo abbiamo già introdotto per i matrimoni, eventi all'aperto, allo stadio, dove ci sono grandi numeri, ma pensare di renderlo obbligatorio per la ristorazione è prematuro - avverte il sottosegretario- poi se un ristoratore liberamente fa entrare solo i clienti vaccinati con il green pass è un altro discorso. Veicoliamo il messaggio che è importante vaccinarsi e noi siamo più avanti rispetto alla Francia. Abbiamo vaccinato - conclude - il 43% della popolazione e loro al 36%".

Per il deputato Pd e responsabile Enti locali della Segreteria nazionale Francesco Boccia, invece, "a questo punto della pandemia, con la variante Delta che dilaga, non ci sono alternative: o green pass per tutti gli eventi pubblici o obbligo vaccinale per tutte le categorie a rischio. Non c'è una terza via, inutile girarci intorno, l'alternativa sarebbe l'anarchia auspicata dalla destra negazionista. In Regno Unito, che molti prendono come modello, stanno andando in crisi perché stanno aumentando i contagi proprio tra chi non è vaccinato o chi ha fatto solo la prima dose. Continuiamo con la vaccinazione di massa per arginare i rischi della nuova variante".

Contrario il governatore lombardo Attilio Fontana che ieri, dopo quella che sembrava un'apertura sul tema, ha precisato: "Io non ho detto che si debba incentivare il green pass. Ho detto che, laddove è stato previsto, siamo nelle condizioni di poterlo applicare, perché la nostra campagna vaccinale sta andando molto bene". "In questo momento non ce ne è bisogno, anche perché la campagna vaccinale sta andando molto bene e non abbiamo necessità di usare misure come quelle francesi per incentivarlo", ha continuato. "Non è che io chieda l’utilizzo del green pass per andare al ristorante. Ci sono alcune attività per le quali è richiesto l’utilizzo del green pass, ma ci sono dei conflitti a livello di Garante della Privacy. Non in più, ma dove è già previsto", ha sottolineato Fontana.

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