Il governatore sulla tragedia di Casamicciola: "Chiesto lo stato di calamità. La priorità adesso è cercare le persone che sono sotto il fango. E' prevedibile che ci siano altre vittime"
"Bisogna avere il coraggio di parlare chiaro ai cittadini, capisco che per gli amministratori non sia facile ma dobbiamo deciderci. In alcune aree, per ragioni idrogeologiche, non si può abitare". Lo ha detto il presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca, intervenuto a Rainews24, dopo la frana che ha travolto Casamicciola, sull'isola di Ischia. Il governatore ha spiegato che "come Regione Campania abbiamo chiesto lo stato di calamità. Ci aspettiamo la nomina di un commissario di governo per quanto riguarda l'aspetto idrogeologico e ci aspettiamo le risorse necessarie per completare l'intervento in maniera aggiuntiva alle risorse stanziate dalla Regione".
"La priorità adesso è cercare le persone che sono sotto il fango. E' prevedibile che ci sia qualche altra vittima", ha detto ancora De Luca, aggiungendo che c'è anche "il problema di 170 sfollati che dobbiamo sistemare perché è inimmaginabile il ritorno nelle situazioni precedenti, sia perché molte abitazioni sono demolite, sia perché la situazione idrogeologica è quella che è".
Il governatore ha ribadito la posizione della Regione Campania sul tema dell'abusivismo: "Bisogna demolire gli alloggi costruiti sui greti dei fiumi, in aree idrogeologiche delicate e insostenibili, in zone a vincolo assoluto, su aree demaniali o costruite da aziende della camorra. Non esiste l'abusivismo di necessità, esiste la condizione sociale di necessità, ma l'abusivismo è sempre illegale. Noi dobbiamo demolire queste fattispecie, poi per altre migliaia di abusivismi che registriamo vediamo, anziché ripetere la litania, di comprenderli in piani di recupero da far fare ai Comuni in maniera da sanare le situazioni sanabili, al netto di quelle non sanabili che devono portare alle demolizioni".
Per De Luca "gli interventi di assetto di un territorio fragile come quello italiano comportano alcuni presupposti: politiche di medio lungo periodo, non a 24 ore come avviene da sempre in Italia, stanziamenti imponenti e ultradecennali, apparati pubblici che funzionano e non inesistenti e ridotti a zero. Inutile fare questa litania eterna, i problemi si risolvono quando si fanno scelte coerenti. Abbiamo un nuovo Governo e questa tragedia diventi un'occasione per fare queste riflessioni di fondo, non per ripetere liturgie insopportabili. Ma metto già nel conto che tra un mese rimarremo da soli, Comuni e Regione, come accaduto per il terremoto".
Quindi la denuncia: "Abbiamo registrato quello che si registra di solito in Italia di fronte alle disgrazie, una doppia disgrazia: oltre la disgrazia dei terremoti e delle valanghe di acqua e fango, abbiamo la seconda disgrazia che sono le valanghe di parole e di dichiarazioni, di protagonismi di personaggi politici che non c'entrano assolutamente niente che vogliono farsi propaganda, ma è una liturgia quasi inevitabile in Italia".