Il capo della Protezione civile: "E' pratica amministrativa, ma se viene condonata una casa costruita in un alveo fluviale, il fiume non lo sa e si riprenderà quegli spazi"
"Il condono non è una soluzione, lo è, invece una analisi tecnica a cui occorre tornare". Lo ha affermato Fabrizio Curcio, capo della Protezione civile a SkyTg24, parlando dopo la frana di Ischia e sottolineando che "il condono è una pratica amministrativa, ma se viene condonata una casa costruita in un alveo fluviale, il fiume non lo sa e si riprenderà quegli spazi".Curcio ha spiegato poi che è necessario "alzare lo sguardo e andare al di là di quanto accaduto, è ingeneroso concentrarsi su un solo fatto".
"Rabbia e dolore per quanto accaduto, anche perché queste immagini - spiega ancora - ci portano periodicamente alla fragilità del territorio che noi denunciamo da sempre. Il nostro territorio è una perla del Mediterraneo ma ha delle criticità che sono evidenti. Oggi parliamo del rischio idrogeologico, in passato abbiamo parlato e in futuro parleremo del rischio sismico e periodicamente facciamo i conti un paese che non riesce a fare della prevenzione un punto direi culturale e poi in realtà operativo".
"Certamente sull'isola c'è un tema legato all'urbanizzazione irregolare, oggetto negli anni di valutazioni, analisi e scelte di cui oggi si pagano conseguenze", ha detto Curcio, continuando: "Vorrei evitare di concentrarsi su questo tema dell'abusivismo, c'è il tema della regolarizzazione che non ha eliminato il rischio. Sono necessarie analisi tecniche e dopo si fanno determinate opere o si delocalizza".
Per il capo della Protezione civile, "dobbiamo veramente iniziare a parlare di prevenzione in maniera chiara e soprattutto continua, perché la prevenzione va svolta quotidianamente non va annunciata e praticata in maniera saltuaria. Prevenzione è sinonimo di continuità d'azione".
"Ci concentriamo sulle emergenze dove scarichiamo anche la nostra capacità operativa, e abbiamo un territorio fragile - ha aggiunto Curcio - e poi abbiamo più di 650 operatori che malgrado le condizioni meteo hanno raggiunto l'isola e stanno operando per recuperare i dispersi e assistere la popolazione".
"In passato - ha detto ancora - c'è stata, come dire, questa idea di una protezione civile che prima si occupava solo unicamente della gestione emergenziale, poi si è iniziata ad occupare anche della fase infrastrutturale, dopodiché questa parte infrastrutturale, negli anni passati, è diventata ipertrofica così ipertrofica che poi non è stato più possibile reggerlo e siamo tornati alla gestione pura emergenziale".
"Ora siamo in una fase durante la quale abbiamo tutti gli elementi anche per posizionare il sistema di protezione civile nella maniera giusta e corretta. - ha spiegato Curcio - Noi ci vorremmo occupare, così come aveva immaginato Zamberletti, della parte operativa, della parte di prevenzione, ma anche della prevenzione strutturale: va recuperato questo equilibrio tra ciò che protezione civile fa in emergenza ciò che fa in prevenzione strutturale, ma di protezione civile, ci vorremmo occupare anche di prevenzione strutturale ma come protezione civile".