"Abbiamo venduto la villa di Ginevra: non aveva più senso tenere tanti oggetti che vi erano custoditi"
"Abbiamo venduto la villa di Ginevra: non aveva più senso tenere tanti oggetti che vi erano custoditi". Emanuele Filiberto di Savoia spiega così a 'Gente', in edicola da venerdì 22 settembre, la decisione di affidare a due aste la vendita di molti beni di famiglia, compresi piatti commemorativi e persino motociclette. Ma i Savoia non si sono liberati di tutto. "Gli oggetti sentimentalmente importanti, come i libri storici della collezione di mio nonno, re Umberto II, o del mio bisnonno, Vittorio Emanuele III, le porcellane e i quadri di famiglia, li teniamo perché un giorno andranno alle mie figlie". E suoi mitologici gioielli di casa Savoia rinchiusi dal 1946 nel caveau della Banca d'Italia, il principe dice: "Stiamo aspettando il primo giudizio del tribunale perché noi, come abbiamo sempre detto, vogliamo esporli in pubblico. Fanno parte della storia del nostro Paese, sono degli italiani ed è giusto che chiunque possa ammirarli".