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Derby, l'omaggio a Diabolik tra cori e saluti romani

Coreografia della Nord per Fabrizio Piscitelli, la sorella Angela: "Ringrazio istituzioni per averlo permesso". Sullo striscione un verso di Califano

Foto Adnkronos
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01 settembre 2019 | 15.40
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Derby Lazio Roma, è il giorno dell'omaggio al 'Diablo'. Sulle note dell'anno della Lazio la curva Nord ha esposto la coreografia in onore di Fabrizio Piscitelli, il capo degli Irriducibili ucciso a Roma il 7 agosto. "E' uno che se muore non ci credere perché è capace pure di rinascere", recita lo striscione in campo, citazione dalla celebre canzone di Franco Califano 'Fenomeno'. Allo stadio c'era anche la moglie di Piscitelli Rita Corazza. Al centro il telone con il viso sorridente di Fabrizio, adornato da miglia di cartoncini neri e biancazzurri a disegnare una sciarpa. In onore del capo ultras la curva intona "un capitano, c'è solo un capitano". Gli ultras romanisti hanno esposto un secondo striscione in memoria di Fabrizio Piscitelli, dopo la dedica dei Boys Roma ("riposa in pace Fabrizio"). Un altro gruppo ha esposto un messaggio di cordoglio dipinto in rosso: "Vola alto, ciao Fabrizio".

"Da sorella di Fabrizio ringrazio le istituzioni in particolare il prefetto e la Digos che hanno permesso a tutti i tifosi di realizzare dentro lo stadio un grandioso spettacolo di civiltà in onore di Fabrizio. Voglio porgere i miei complimenti a coloro che si sono impegnati e dedicati a far sentire così presente mio fratello con una coreografia davvero emozionante e spettacolare". E' quanto afferma all'Adnkronos Angela Piscitelli, la sorella di Fabrizio, il leader degli Irriducibili ucciso a Roma il 7 agosto scorso. "Come prevedevo oggi - aggiunge Angela Piscitelli - lo stadio ha dimostrato che è stato possibile onorare la memoria di Fabrizio in un derby che notoriamente è sempre una partita particolarmente sentita". "Il primo derby questo in cui nonostante l'assenza di mio fratello mai così avvertita - conclude Angela Piscitelli - è stata la sua presenza. Grazie a tutti per la calorosa e sentita vicinanza".

A inizio partita la Nord è rimasta in silenzio per i primi 45 minuti, mentre la Sud ha fatto il tifo come di consueto. "La mamma di De Rossi è una ...", è stato l'insulto scandito a più riprese dai tifosi laziali nella tribuna Tevere. Slogan gridati all'indirizzo dei romanisti nonostante i 45 minuti di silenzio della Curva Nord per protestare contro l'inasprimento delle norme per la sicurezza negli stadi, il decreto Sicurezza bis e gli articoli 8 e 9 del decreto Amato. Terminati i primi 45 minuti di sciopero del tifo la curva Nord si è colorata con le bandiere e bandieroni con l'Aquila. Gli ultras laziali hanno rotto lo sciopero del tifo, urlando "in curva Nord noi staremo ad aspettar/ una vittoria che col cuore arriverà" e poi "Forza Lazio/ non mollare/ facci un gol". Mentre la Sud romanista ha risposto con altrettanto vigore canoro, alternando i cori per la squadra agli insulti ai dirimpettai. Erano completamente vuoti gli spalti dei distinti Sud all'Olimpico. Deserto il settore all'altezza della bandierina del calcio d'angolo che separa la curva Sud dalla tribuna Tevere.

Due gli schieramenti dei blindati della polizia con relativo idrante tenevano separate le due tifoserie che intonavano cori. Da 'La mamma di Zaniolo è una p...' a 'romanista ebreo'. I tifosi laziali hanno fatto il saluto romano tra un coro e l'altro. Diversi tifosi indossano le maglie nere con la scritta 'Diablo' in onore di Fabrizio Piscitelli.

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