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Crollo Marmolada, in Italia 15 ghiacciai a rischio grave: la mappa

Mercalli all'Adnkronos: "Sulla Marmoladaì non c'era alcun sintomo premonitore: è come se una persona sana avesse un infarto all'improvviso, non si può prevedere"

Crollo Marmolada, in Italia 15 ghiacciai a rischio grave: la mappa
06 luglio 2022 | 18.49
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"In tutto sulle Alpi ci sono 4400 ghiacciai e per controllarli tutti ci vorrebbero milioni di euro. Altro che mettere limiti o issare bandiera rossa. In Italia sono circa una quindicina quelli che già visibilmente sono gravi e a rischio crollo. Sulla Marmolada, invece, non c'era alcun sintomo premonitore: è come se una persona sana avesse un infarto all'improvviso, non si può prevedere". Lo dice all'Adnkronos il meteorologo e climatologo Luca Mercalli, commentando la situazione dei ghiacciai in seguito alla valanga che si è abbattuta sulla Marmolada. Mercalli è stato anche il capo responsabile per l'Italia del piano denominato GlacioRisk.

"Si tratta - specifica Mercalli - di un progetto europeo del 2001 e del 2002 finanziato dall'Ue: è un database internazionale che comprende anche i Paesi alpini dove sono stati calcolati tutti i rischi glaciali degli ultimi secoli. Da lì si è stabilito quali fossero i ghiacciai da controllare con particolari tecniche adeguate. Il monitoraggio, infatti, va fatto con dei radar, i laser, elicotteri e richiede un costo molto elevato. Bisognerebbe fare controlli ogni 4-5 giorni in estate. Gli unici ghiacciai monitorati in continuazione sono quelli che visivamente sono più gravi, come quelli sul Monte Bianco. Il ghiacciaio della Marmolada non è infatti stato finora censito nel database in quanto non esistono informazioni di precedenti rischi glaciali a suo carico, ulteriore prova che è la prima volta che si manifestano".

Sul database di GlacioRisk l'Italia è il secondo Paese tra quelli che aderirono al progetto per numero di ghiacciai registrati. Sono infatti 47 quelli che hanno presentato - e presentano tuttora - rischi gravi di crollo: si va da quello delle Grandes Jorasses in Valle d'Aosta a quello della Solda in Alto Adige. Ogni ghiacciaio è categorizzato dal tipo di rischio, dall'altitudine, dall'evento glaciologico che lo ha colpito. Per esempio quello del Miage, a Courmayeur, risulta il più colpito con 17 eventi, il primo dei quali risale al 1820. Segue poi quello della Brenva con 11 valanghe di ghiaccio che si sono verificate nel corso degli anni. I ghiacciai vengono anche classificati sulla base del tipo di rischio, come le inondazioni, le alluvioni e i cambiamenti di lunghezza della superficie interessata.

"Il database - aggiunge Mercalli - in questi 20 anni è stato comunque aggiornato e oggi rimane comunque l'unica raccolta omogenea per le Alpi, la Norvegia e l'Islanda. In questi ultimi decenni sono comunque state pochissime le situazioni gravi. Ora aggiorneremo il database inserendo la tragedia della Marmolada che è la peggior cosa che si poteva verificare perché successa di domenica, di giorno e d'estate. Il riscaldamento globale è solo una delle concause e sta, anzi, riducendo rischi di fenomeni simili: basti pensare che nell'Ottocento alcuni ghiacciai arrivavano fin nei pressi dei paesi".

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