Mercalli all'Adnkronos: "Sulla Marmoladaì non c'era alcun sintomo premonitore: è come se una persona sana avesse un infarto all'improvviso, non si può prevedere"
"In tutto sulle Alpi ci sono 4400 ghiacciai e per controllarli tutti ci vorrebbero milioni di euro. Altro che mettere limiti o issare bandiera rossa. In Italia sono circa una quindicina quelli che già visibilmente sono gravi e a rischio crollo. Sulla Marmolada, invece, non c'era alcun sintomo premonitore: è come se una persona sana avesse un infarto all'improvviso, non si può prevedere". Lo dice all'Adnkronos il meteorologo e climatologo Luca Mercalli, commentando la situazione dei ghiacciai in seguito alla valanga che si è abbattuta sulla Marmolada. Mercalli è stato anche il capo responsabile per l'Italia del piano denominato GlacioRisk.
"Si tratta - specifica Mercalli - di un progetto europeo del 2001 e del 2002 finanziato dall'Ue: è un database internazionale che comprende anche i Paesi alpini dove sono stati calcolati tutti i rischi glaciali degli ultimi secoli. Da lì si è stabilito quali fossero i ghiacciai da controllare con particolari tecniche adeguate. Il monitoraggio, infatti, va fatto con dei radar, i laser, elicotteri e richiede un costo molto elevato. Bisognerebbe fare controlli ogni 4-5 giorni in estate. Gli unici ghiacciai monitorati in continuazione sono quelli che visivamente sono più gravi, come quelli sul Monte Bianco. Il ghiacciaio della Marmolada non è infatti stato finora censito nel database in quanto non esistono informazioni di precedenti rischi glaciali a suo carico, ulteriore prova che è la prima volta che si manifestano".