Vaccinarsi contro covid 19 a gennaio? "Senza dati, io non lo farei". L'affermazione del virologo Andrea Crisanti che ha avanzato dubbi sulla sicurezza del vaccino contro SarsCov2 scatena il putiferio. Una raffica di reazioni, tra politica e medicina. Molte dure, qualcuna durissima.
Dal governo a intervenire sono il viceministro della Salute Pierpaolo Sileri e la sottosegretaria Sandra Zampa che si dicono invece rispettivamente pronti a sottoporsi subito alla vaccinazione perché quando arriverà "il vaccino sarà sicuro", afferma Sileri. "A garanzia della sicurezza del vaccino contro Covid sono impegnate tutte le agenzie regolatorie internazionali come l'Ema, e nazionali, come l'Aifa, che valutano la documentazione relativa e vagliano la sicurezza" dei sieri in sviluppo, ricorda Zampa citando quanto affermato all'Adnkronos Salute dall'ex direttore generale dell'Ema Guido Rasi in una durissima replica in cui ha definito "quella di Crisanti una dichiarazione irresponsabile e intollerabile da una persona che dovrebbe conoscere le regole".
Di parole che provocano un "grave danno al Paese" parla anche il direttore generale dell'Aifa, Nicola Magrini. "Le affermazioni attribuite al professor Crisanti sono molto gravi, in quanto provengono da una persona che ha spesso parlato da esperto in questa pandemia, ma, da quello che dice - afferma Magrini - non lo sembra affatto. L’affermazione più grave, in quanto falsa, riguarda le fasi degli studi clinici che potrebbero essere state saltate: gli studi clinici sui vaccini anti Covid-19 hanno effettuato tutte le fasi di validazione e valutazione".
Ma Crisanti, 'guru' della strategia che ha portato il Veneto fuori dalla prima ondata non ci sta a passare per 'no vax': "Io sono stupefatto. Nessuno si è indignato perché non si è fatto niente e si è arrivati impreparati alla seconda ondata di Covid-19. Poi io dico una cosa ovvia sul vaccino e divento un no-vax. E' legittimo voler vedere i dati di efficacia e sicurezza". E precisa: "Se il vaccino viene approvato dai vari organi regolatori, i dati sono messi a disposizione della comunità scientifica e siamo tutti soddisfatti, sarò il primo a vaccinarmi".
Linea condivisa dal direttore sanitario dell'Inmi Spallanzani, Francesco Vaia: "Quando le autorità regolatorie e le pubblicazioni daranno il via libera alla sicurezza e all'efficacia al vaccino anti-Covid io mi vaccinerò", dice affermando che occorre "convincere le persone e spiegare la bontà dei vaccini con i dati. Dobbiamo essere certi che siano sicuri ed efficaci".
Ma per il virologo dell'università Vita-Salute San Raffaele di Milano, Massimo Clementi "Crisanti non valuta che è poco responsabile fare quel tipo di dichiarazioni da no-vax sul vaccino contro Sars-Cov-2. La sola finalità in queste situazioni - scrive su Facebook - sembra essere spararla grossa per far parlare di sé. Tattica usata da molti attori del Circo Barnum degli esperti. Fateci caso. Il più delle volte pochi colgono queste sparate, ma talvolta possono fare danni, come in questo caso".
Con un post sui social interviene nel dibattito anche Antonella Viola, immunologa e ordinaria di Patologia Generale dell'Università di Padova: "Se a gennaio io venissi chiamata per la vaccinazione con il vaccino della Pfizer, non avrei nessun dubbio e sarei molto contenta di farmi vaccinare. E non perché - sottolinea - sono incosciente o inconsapevole, esattamente per il motivo opposto: ho studiato il vaccino, so come è fatto e come funziona, ho seguito la sperimentazione e conosco le regole ferree che lo porteranno (speriamo) all'approvazione. La conoscenza libera dalla paura dell'ignoto".
Di affermazioni "gravissime" da parte di Crisanti parla anche il direttore della Clinica di Malattie infettive dell'ospedale San Martino di Genova Matteo Bassetti "Insinuare dubbi sulla scientificità dei vaccini - sostiene - è anacronistico e fuorviante per la gente. Credo che la comunità scientifica tutta insieme dovrebbe prendere le distanze da ciò che è stato detto".
Una stoccata a Crisanti la manda anche il presidente del Consiglio superiore di sanità, Franco Locatelli che affermando che "se ci fosse un vaccino contro Covid-19 oggi" lo farebbe "senza la minima esitazione" ricorda come "a maggior ragione questo dovere morale e questa sensibilità deve permeare il personale esposto a rischio professionale e al rischio poi di diventare sorgente di contagio per chi ci affida il bene più prezioso che ha, cioè la salute propria e dei propri congiunti".