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Una foresta 'diffusa' di 3.000 alberi per i bimbi nati durante pandemia

04 agosto 2021 | 18.11
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Una foresta 'diffusa' di 3.000 alberi piantati in varie parti del mondo, dal Camerun alla Colombia, dal Madagascar all'Ecuador, dalla Tanzania al Guatemala, dedicata ai bambini nati nel corso della più grande emergenza sanitaria degli ultimi tempi: la pandemia di Covid-19. Bimbi che sono venuti al mondo e hanno iniziato a crescere affrontando fin da subito piccole grandi difficoltà. Gli adulti coperti da una mascherina sul viso, i papà assenti dalle sale parto, i contatti limitatissimi con il mondo esterno.

"Abbiamo pensato di creare questo 'polmone verde' per contribuire a celebrare il coraggio di questi piccoli, delle loro mamme e dei loro papà", affermano i direttori scientifici del gruppo, Filippo Maria Ubaldi e Laura Rienzi. "Abbiamo piantato 3.000 alberi grazie alla collaborazione di Treedom - proseguono - perché si tratta del numero medio di bambini che nascono ogni anno nelle nostre cliniche, presenti in 4 Paesi europei (Italia, Spagna, Repubblica Ceca e Svezia). Partendo da questo numero simbolico, abbiamo voluto dedicare il progetto alle nuove famiglie che si sono formate nel corso dei lockdown e dei mesi successivi di pandemia, per sottolineare la loro resilienza e il loro essere una grande speranza per la società del futuro".

Secondo il Global Forest Watch del World Resources Institute (WRI), il nostro pianeta perde un'area di foresta equivalente a 36 campi da calcio ogni minuto, il che si traduce in più di 13 milioni di ettari persi ogni anno. Questa perdita ha un impatto significativo sulle emissioni di gas serra, poiché gli alberi contribuiscono in modo determinante alla protezione dell'ambiente, fornendo ossigeno, migliorando la qualità dell'aria, conservando l'acqua, preservando il suolo, sostenendo la fauna selvatica e assorbendo CO2 dall'atmosfera. Questo li rende uno dei più grandi alleati nella lotta ai cambiamenti climatici. La riforestazione è dunque essenziale per la conservazione del nostro pianeta. GeneraLife non solo dedica questa azione alle nuove generazioni, ma si impegna anche a renderle partecipi della lotta per la cura dell'ambiente.

"Il gruppo GeneraLife è nato proprio nell'anno clou della pandemia, il 2020 - spiega il CEO, Marcos Bueso - e abbiamo toccato con mano le enormi difficoltà riscontrate dalle coppie di aspiranti genitori nei lunghi mesi di 'buio' generati dall'emergenza sanitaria. Un'emergenza che si è scontrata con il loro forte desiderio di costruire una famiglia e che in molti casi ha generato incertezze e paure. Ma la vita è più forte di tutto, e nel primo semestre del 2021 abbiamo riscontrato un grande aumento dei trattamenti contro l'infertilità: circa il 25% in più rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente la pandemia (2019)".

Il gruppo ha appena pubblicato il suo primo report ESG (www.generalife.com/esg/), mettendo in evidenza il forte ruolo che, nel proprio modello di business, GeneraLife ha attribuito alla sostenibilità. Numerosi gli obiettivi e le iniziative messe in campo dai centri a questo scopo: nel caso della foresta, il progetto consentirà non solo di assorbire CO₂, ma porterà anche benefici sociali ed economici ai contadini che si prendono cura degli alberi. Gli alberi saranno infine regalati ai pazienti dei centri GeneraLife, che potranno dar loro un nome e seguirli nel corso degli anni grazie a immagini e webcam fornite da Treedom.

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