“I numeri ci dicono che c'è una decelerazione delle curve, ma non una diminuzione dei casi. Diciamo che i numeri aumentano con meno velocità. Importante, ma non sufficiente. Dovremo abituarci a chiusure flessibili, adattate all'andamento dell'epidemia. Quindi su determinati territori e per periodi temporali circoscritti. In questo senso, il sistema dei 21 parametri è ottimo, perché si adatta all'andamento dell'epidemia”. Ranieri Guerra, vicedirettore vicario dell'Organizzazione mondiale della sanità, in un’intervista al Messaggero, invita a mantenere nervi saldi e razionalità. "Prima di arrivare a una vera flessione dei nuovi casi positivi - avverte - servirà ancora qualche giorno. Sui ricoveri il risultato è promettente. Però c'è anche una diminuzione di quelli che possiamo definire ricoveri sociali, c'è maggiore attenzione su chi ricoverare e maggiore attenzione della medicina territoriale nel diagnosticare e seguire chi è malato, curandolo a casa. La gravità di solito si vede al primo impatto, poi si attenua. Lo sviluppo a cui stiamo assistendo era atteso, così come quello, purtroppo, del numero dei decessi che sarà alto ancora per un po' di giorni”.
Vedremo il picco presto, assicura Guerra “perché avremo anche gli effetti dell'ultimo Dpcm, con le misure più stringenti e mini lockdown in alcune regioni. Le misure di contenimento che evitano gli assembramenti funzionano. Mi viene da aggiungere: purtroppo. Se ognuno di noi avesse una disciplina personale nel rispetto delle precauzioni come mascherine, distanziamento e igiene delle mani, non ci sarebbe neppure bisogno dei divieti. Il sistema del monitoraggio dei 21 indicatori messi in campo funziona bene, è robusto, viene alimentato sempre meglio delle Regioni. In base a quello ci sono chiusure a fasi e a settori geografici. Quello che conta in questo momento è non dire: chiudiamo tutto. Non sarebbe giustificato e neppure sostenibile, tutte le misure vanno adattate territorialmente e per il periodo di tempo necessario. Avere questo sistema, magari arricchirlo invece di impoverirlo, ci aiuta ad andare avanti e a decidere in base a ciò che l'evidenza dei numeri fornisce. Sia quando chiudi sia quando riapri. Fino alla primavera, il modello o tutti liberi o tutti chiusi non ha più senso”.
Quanto all’incidenza minore dell’epidemia nelle grandi metropoli, rispetto alle province, Guerra spiega che “le grandi aree urbane sono soggette a vincoli e controlli più stretti delle aree circostanti, dove la circolazione di mezzi e persone è meno monitorata. Dovremmo anche capire quanto conti il pendolarismo”. Riguardo il contenimento dell’epidemia in Cina, Corea del Sud, Taiwan, Vietnam, Thailandia e Singapore, dice che “il virus continua a circolare anche là, sia pure in misura molto minore. Sicuramente in quei paesi c'è un rispetto immediato della popolazione alle norme indicate dai governi, l'uso della mascherina era un'abitudine già prima della pandemia, hanno anche una socialità molto differente da quella europea. E fanno meglio il tracciamento perché, al contrario dell'Europa, non hanno un rispetto ossessivo della privacy anche in un periodo di emergenza. Giusto o sbagliato, in Europa è differente”.