Sale occupazione intensive (4,1%) e area medica (17,1%). Quattro regioni a rischio alto
Rt e incidenza in calo in Italia secondo il monitoraggio settimanale Covid della Cabina di regia Iss-ministero della Salute.
L'incidenza settimanale torna sotto i mille casi per 100mila abitanti: il valore si attesta a 977 su 100mila nel periodo 15-21 luglio, rispetto al dato di 1.158/100mila del periodo 8-14 luglio. Mentre "nel periodo 29 giugno-12 luglio, l'Rt medio calcolato sui casi" di Covid-19 "sintomatici è stato pari a 1,23 (range 1,16-1,33), in diminuzione rispetto alla settimana precedente" quando era di 1,34, "ma oltre la soglia epidemica", fa sapere l'Iss aggiungendo che "l'indice di trasmissibilità basato sui casi con ricovero ospedaliero è anch'esso in diminuzione e a cavallo della soglia epidemica: Rt 1 (0,98-1,02) al 12 luglio vs Rt 1,15 (1,12-1,17) al 5 luglio".
Continua intanto la crescita dei ricoveri per Covid-19 in Italia. "Il tasso di occupazione in terapia intensiva sale al 4,1% (rilevazione giornaliera ministero della Salute al 21 luglio)", contro il 3,9% al 14 luglio. "Il tasso di occupazione in aree mediche a livello nazionale sale al 17,1% (rilevazione giornaliera ministero della Salute al 21 luglio)", contro il 15,8% al 14 luglio secondo il monitoraggio settimanale della Cabina di regia Istituto superiore di sanità-ministero della Salute.
"Tre regioni/province autonome sono classificate a rischio basso" per Covid-19. "Quattordici regioni/pa sono classificate a rischio moderato", di cui "5 ad alta probabilità di progressione, mentre 3 sono classificate a rischio alto per la presenza di molteplici allerte di resilienza e una per non aver raggiunto la soglia minima di qualità dei dati trasmessi all'Iss". "Dodici regioni/pa riportano almeno una allerta di resilienza e 4 riportano molteplici allerte di resilienza", si legge ancora nel report.
"La percentuale dei casi" di Covid-19 "rilevati attraverso l'attività di tracciamento dei contatti è stabile rispetto alla settimana precedente (11%). In lieve aumento la percentuale dei casi rilevati attraverso la comparsa dei sintomi (40,5% vs 39%), e in lieve diminuzione la percentuale dei casi diagnosticati attraverso attività di screening (48% vs 50%)", viene inoltre spiegato.