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Covid, medici famiglia: "Vediamo coda infezioni, soprattutto in giovani"

Scotti: "Rispetto al passato più pazienti con problemi respiratori tra allergie, raffreddori e casi influenza"

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28 aprile 2023 | 14.05
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Negli studi dei medici di famiglia "vediamo ancora una 'coda' di infezioni da Sars-CoV-2. E a contagiarsi sono soprattutto i giovani, a dimostrazione che gli anziani continuano a proteggersi di più". A dirlo all'Adnkronos Salute è Silvestro Scotti, segretario nazionale della Federazione dei medici di medicina generale (Fimmg), che commenta i dati del monitoraggio settimanale Covid della Cabina di regia Istituto superiore di sanità (Iss)-ministero della Salute e fa il quadro delle richieste più frequenti negli ambulatori di medicina generale.

"Abbiamo ancora molti casi di Covid e influenza - sottolinea - seppure in un contesto più gestibile rispetto all'emergenza che abbiamo vissuto. Le infezioni da Sars-CoV-2, benché continuino ad essere considerate con grande attenzione, soprattutto rispetto alla tipologia di pazienti (fragili, anziani, cronici), sono gestite con maggiore facilità". Anche perché la maggior parte dei casi "che vediamo - precisa Scotti - riguardano i giovani che hanno ripreso la vita sociale e cominciano a dimenticare le norme di protezione, come lavarsi le mani o non frequentare luoghi troppo affollati. Sono rari gli anziani contagiati".

Rispetto al passato, in questo periodo, "quando nell'epoca pre-Covid c'era un riduzione delle patologie respiratorie acute - ricorda il segretario Fimmg - continua ad essere molto intenso il lavoro nei nostri studi. Si sovrappongo i problemi virali alle allergie di stagione, che aumentano anche per il cambiamento climatico che altera la pollinazione delle piante e causa la presenza di specie prima sconosciute sul territorio. Vediamo anche persone più anziane, senza storie di allergie, che presentano d'un tratto sintomi allergici. In più c'è anche una presenza dell'influenza che circola insieme a tante forme parainfluenzali. L'importante, in questi casi, è distinguere le forme virali da quelle batteriche per evitare l'uso inappropriato di antibiotici".

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