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La storia

"Così sono finito a fare il barbone in attesa della pensione"

Enrico, romano di 61 anni, per 40 ha fatto il muratore accumulando però solo 27 anni di contributi. E ora, dopo una tubercolosi polmonare non può più tornare tra la polvere dei cantieri. Senza un soldo e lontano da casa ha passato 7 mesi a dormire sui cartoni e frugare nella spazzatura

Enrico Casali (Adnkronos)
Enrico Casali (Adnkronos)
06 dicembre 2019 | 11.27
LETTURA: 4 minuti

di Lavinia Gerardis
Il cappello di lana calato sulla fronte, il giubbotto chiuso fino a sotto il mento, Enrico Casali preferisce stare sulla terrazza "perché - dice - così l'impatto col freddo lo sento solo una volta quando esco e poi mi abituo". La terrazza è quella di 'Binario 95', il centro di accoglienza e supporto per persone senza dimora che si trova alla stazione Termini di Roma e che da qualche mese è diventato casa sua. "Ho dormito 7 mesi sui cartoni in mezzo alla strada, alla stazione Termini. Ero diventato un barbone al cento per cento: frugavo anche nell'immondizia - racconta Enrico -. In tutta la mia vita sono stato sempre io l'appoggio di tutti ma mi sono ritrovato in questa situazione in cui non vorrei mai che nessuno si trovasse perché... ho sofferto, ho sofferto tanto". Gli occhi gli si riempiono di lacrime, Enrico si scusa: "Me vie' da piagne", dice in romanesco serrando le labbra prima di iniziare a raccontare la sua storia dal principio.

"Io sono nato a Roma nel 1958, faccio 61 anni il 29 dicembre ma non vivo più qui, la mia vita è in Ecuador, il Paese di mia moglie. A ottobre dell'anno passato sono tornato in Italia per prendere il pin dell'Inps e fare i documenti per ottenere la pensione. Ho fatto per 40 anni il muratore: palazzine intere, case, caminetti, forni, di tutto. Sono contento del lavoro che ho fatto ma ora, come giusta regola - dice - mi dovrebbero dare la pensione che mi spetta di diritto. Io ero tornato qua per questo". L'idea di Enrico era quella di restare qualche mese, il tempo di sistemare tutte le pratiche, e nel frattempo tornare a lavorare con il vecchio principale per potersi mantenere e comperare il biglietto di ritorno. Ma le cose non sono andate come sperava. "In poche parole il principale mio pur avendo una ditta grossa ha chiuso, io dopo non ho potuto più lavorare né ricomprare il biglietto per tornare a casa. Mi sono ritrovato solo, senza un soldo e a dormire in mezzo alla strada".

Sì perché trovare lavoro a 60 anni, anche se l'esperienza accumulata è grande, nei cantieri come altrove non è facile. E finire per strada per la prima volta nella vita a quell'età è durissima. "Mi sono ammalato, mi è venuta la tubercolosi polmonare sia perché dormivo per terra e non mangiavo più, sia per il lavoro che ho fatto per anni sempre a contatto con la polvere. Sono stato quattro mesi ricoverato in ospedale e grazie a Dio - dice sorridendo con gli occhi mentre guarda Valentina - ho trovato queste persone bravissime di 'Binario 95'. Per me è stato un mezzo miracolo: mi hanno aiutato e accolto e ancora mi stanno aiutando anche per risolvere i miei problemi con la pensione".

Adesso infatti, spiega tra lo speranzoso e lo scettico Enrico, "forse il male va per il bene: con la malattia che ho avuto potrei richiedere un anticipo della mia pensione". E nonostante non abbia raggiunto i 67 anni di età e con "solo 27 anni di contributi versati - spiega Enrico - mi potrebbero dare tre quarti di pensione. E per me va benissimo, non voglio di più. L'importante - conclude - è tornare da mia moglie che è più grande di me e che amo tantissimo e riprendere la mia vita con lei avendo quello che ci basta per vivere tranquilli gli anni che restano".

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