Bergoglio: "Sarebbe triste se si desse la priorità ai più ricchi"
Appello del Papa per il vaccino universale contro il coronavirus. "Ripeto che sarebbe triste se nel fornire il vaccino si desse la priorità ai più ricchi, o se questo vaccino diventasse proprietà di questa o quella Nazione, e non fosse per tutti", ammonisce il Papa in occasione dell’udienza al Banco farmaceutico.
"La recente esperienza della pandemia, oltre a una grande emergenza sanitaria in cui sono già morte quasi un milione di persone - ricorda Bergoglio - si sta tramutando in una grave crisi economica, che genera ancora poveri e famiglie che non sanno come andare avanti".
"Mentre si opera l’assistenza caritativa - esorta Francesco - si tratta di combattere anche questa povertà farmaceutica, in particolare con un’ampia diffusione nel mondo dei nuovi vaccini".
Bergoglio coglie l’occasione per un appello alla "globalizzazione delle cure" e chiede ai governanti di lavorare "per un mondo più giusto".
"Chi vive nella povertà è povero di tutto, anche di farmaci, e quindi la sua salute è più vulnerabile. A volte si corre il rischio di non potersi curare per mancanza di soldi, oppure perché alcune popolazioni del mondo non hanno accesso a certi farmaci. C’è anche una ‘marginalità farmaceutica’ - sottolinea - Questo crea un ulteriore divario tra le nazioni e tra i popoli. Sul piano etico, se c’è la possibilità di curare una malattia con un farmaco, questo dovrebbe essere disponibile per tutti, altrimenti si crea un’ingiustizia".
"Troppe persone - denuncia il Papa - troppi bambini muoiono ancora nel mondo perché non possono avere quel farmaco che in altre regioni è disponibile. Conosciamo il pericolo della globalizzazione dell’indifferenza; vi propongo invece di globalizzare la cura, cioè la possibilità di accesso a quei farmaci che potrebbero salvare tante vite per tutte le popolazioni. Per fare questo c’è bisogno di uno sforzo comune, di una convergenza che coinvolga tutti".
Da qui l’auspicio del Papa che "la ricerca scientifica possa progredire per cercare sempre nuove soluzioni a problemi vecchi e nuovi. Il lavoro di tanti ricercatori è prezioso e rappresenta un magnifico esempio di come lo studio e l’intelligenza umani siano capaci di far crescere, per quanto possibile, nuovi percorsi di guarigione e di cura. Le aziende farmaceutiche, sostenendo la ricerca e orientando la produzione, generosamente possono concorrere ad una più equa distribuzione dei farmaci".
Il Papa chiama in causa i farmacisti: "Sono chiamati a svolgere un servizio di cura in prossimità alle persone più bisognose, e in scienza e coscienza operano per il bene integrale di quelli che a loro si rivolgono". Quindi l’appello ai governanti: "Attraverso le scelte legislative e finanziarie, sono chiamati a costruire un mondo più giusto, in cui i poveri non vengano abbandonati".