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Chip nel cervello, neurochirurgo promuove Musk: "Può essere il futuro"

Il primario del San Raffaele Pietro Mortini: "Affascina la via delle interfacce cervello-computer per vicariare funzioni perdute, ma aspettiamo i risultati"

Immagine proiettata del cervello - Fotogramma
Immagine proiettata del cervello - Fotogramma
22 settembre 2023 | 21.04
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"E' il futuro". Pietro Mortini, primario di neurochirurgia dell'Irccs ospedale San Raffaele di Milano e professore ordinario di neurochirurgia all'università Vita-Salute San Raffaele promuove la sperimentazione lanciata Elon Musk.

La notizia rilanciata dal magnate via social sull'avvio del reclutamento da parte della società Neuralink di pazienti per i primi test clinici su impianti di chip cerebrali "ha fatto grande scalpore. Dal mio punto di vista, credo che Musk stia iniziando un percorso che vedrà delle applicazioni interessanti ed è l'inizio di quel settore che si chiama brain-computer interface. E' estremamente affascinante l'idea di mettere in comunicazione il nostro cervello, che produce dei potenziali elettrici, con degli strumenti esterni per vicariare la mancanza di funzioni del nostro corpo oppure per stimolare il nostro corpo a eseguire dei movimenti in caso di lesioni prodotte da malattie o traumi. E' il futuro. Evidentemente dovremo aspettare di vedere i risultati", evidenzia Mortini all'Adnkronos Salute.

"Non dimentichiamo che la concessione di una 'Fda approval'", via libera dell'ente regolatorio statunitense ottenuta da Neuralink, secondo quanto comunicato dall'azienda stessa, per condurre i primi test sull'uomo "è un atto estremamente serio e un segno positivo - osserva l'esperto, commentando la notizia rimbalzata sui media di tutto il mondo - Credo che" questa strada che i ricercatori di Musk si apprestano a percorrere "sia uno sviluppo imprescindibile per la neurochirurgia, se non per le neuroscienze. Un passaggio obbligato" esplorarne le potenzialità. "Ed Elon Musk ha dimostrato più di una volta di essere un visionario, ma di aver avuto anche ragione, nel senso che ha curato una quantità di iniziative che sono andate a buon fine. Chiaramente solo il tempo lo potrà dire, ma i dati iniziali ci lasciano ben sperare. Noi al San Raffaele - ricorda Mortini - abbiamo esperienza di impianti di tipo lievemente diverso", neurostimolatori midollari per il recupero della funzione motoria, "ma abbiamo avuto dei risultati produttivi".

Lo specialista vede dunque "bene" l'avvio dei test di Neuralink che cerca per questo persone con lesioni del midollo o affette da Sla. "Ovviamente il reclutamento dei pazienti è una fase estremamente importante - sottolinea Mortini - e andrà fatta secondo criteri stringenti. Non abbiamo ancora informazioni dettagliate al riguardo ma dopo il primo impianto avremo una dimostrazione di fattibilità". E' una strada questa "che è stata anche esplorata in passato - continua l'esperto italiano - ci sono esperienze su animali e alcune esperienze elementari sull'uomo. Diciamo che il grande vantaggio di Elon Musk è quello di aver messo a punto un sistema di altamente robotizzato e computerizzato di infissione di elettrodi, che elimina una serie di problemi che c'erano stati nel passato. E' tutto da un punto di vista teorico molto interessante, ma aspettiamo i risultati".

E' molto interessante, conclude, "soprattutto per le prospettive terapeutiche. La stampa spesso commenta tutto questo richiamando l'idea di mettere in comunicazione il nostro cervello con l'Intelligenza artificiale. In realtà non è questo lo spirito dei ricercatori, ma innazitutto ridare la capacità di movimento a persone paralizzate, o la vista a persone cieche e sono entrambe delle istanze che hanno enorme richiesta nella popolazione mondiale. Poi si arriverà probabilmente ad altre forme di integrazione, ma sono futuristiche. Pensando al domani, potremmo vedere nell'arco di qualche anno impianti di questo tipo per malattie che impediscono movimento o vista".

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