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Chiara Ferragni, Wanna Marchi sbotta: "Basta, non voglio essere accostata a lei"

La 'regina delle televendite': "Beneficenza? Non ho dato un soldo, pubblicamente"

Wanna Marchi e Stefania Nobile
Wanna Marchi e Stefania Nobile
09 gennaio 2024 | 16.17
LETTURA: 2 minuti

"A Chiara Ferragni dispiace essere associata a Wanna Marchi, ma anche a Wanna Marchi dispiace essere associata a lei. Non abbiamo niente in comune". Parola di Wanna Marchi. La regina delle televendite, con la figlia Stefania Nobile, a L'aria che tira risponde così alle domande sulla vicenda che coinvolge Chiara Ferragni. L'imprenditrice e influencer è al centro di un caso, anche giudiziario, scaturito dall'attività di beneficenza legata alle vendite del pandoro Balocco.

"Noi siamo garantiste anche e soprattutto in virtù di quello che è capitato a noi. Siamo state arrestate dopo 3 servizi di un programma televisivo, ora la nostra vicenda giudiziaria è finita... Si parla sempre della punta dell'iceberg: lei è molto famosa, ricca, bella. Tutte le donne vorrebbero essere come lei, è chiaro che questa notizia ha creato scalpore. Auguriamo a Chiara Ferragni tutto il bene del mondo, spero che la situazione si risolva. Però niente sarà mai più come prima. Quando la magistratura, quando viene messo l'inchiostro nero sulla carta, l'inchiostro resta", dice Stefania Nobile.

"Noi non abbiamo mai dato niente in beneficenza, questo è certo. Pubblicamente, almeno, no. Quello che abbiamo fatto, lo abbiamo fatto privatamente", aggiunge Stefania Nobile. "Quanto abbiamo guadagnato? Tanti soldi... Oggi la Finanza deve pensare ad altri soldi... Come venderei il pandoro? Non lo vendo proprio: non lo vende Wanna Marchi e non lo compra più nessuno. Mi dispiace per Chiara Ferragni: a lei dispiace essere associata a Wanna Marchi, ma anche a Wanna Marchi dispiace essere associata a lei. Non abbiamo niente in comune. La ammiro perché è bella e famosa, ma anche io sono stata famosa e mi sento ancora tale", dice Wanna Marchi. "Le auguro tutto il bene del mondo, i processi vanno fatti in tribunale. Non mi sento giudice di nessuno, non so cosa abbia fatto lei. So che dà da mangiare a tante persone, ha aziende e non lavora da sola: non sono un giudice e non voglio esserlo", aggiunge.

"Ci siamo pentite di quello che abbiamo fatto? Assolutamente no", dicono in coro madre e figlia. "Ecco perché i processi non si fanno in televisione: un magistrato deve avere la mente libera per valutare le carte e condannare o assolvere. Noi non ci siamo mai professate innocenti" ma "non colpevoli di quanto hanno detto. Se la Ferragni venisse condannata, che diciamo degli altri influencer che vivono vendendo scommesse, investimenti in crypto... Guadagnano milioni di euro... Mi auguro che la politica si occupi di verificare che la beneficenza venga fatta correttamente, ma vorrei venisse regolamentato il lavoro degli influencer. E questo non riguarda la Ferragni, che ha aziende e paga le tasse. A Chiara Ferragni auguro di risolvere tutto e le auguro che tra 23 anni ancora si parli di lei, come si parla ancora oggi di Wanna Marchi e Stefania Nobile".

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